Cultura & Società

ARCHEOLOGIA: APERTA A PUBBLICO A CORTONA TOMBA ETRUSCA DELL’ISCRIZIONE

La tomba etrusca dell’Iscrizione, situata nella necropoli di Poggio Renzo a Chiusi (Siena), sarà aperta per la prima volta al pubblico sabato 27 maggio. La tomba, rinvenuta a metà degli Anni Novanta e restaurata, deve il suo nome e la sua importanza all’iscrizione che è profondamente incisa sulla parete sinistra della camera di fondo (ci sono tre camere, disposte a crociera). La scritta etrusca non ripete le solite formule onomastiche, che individuano nome, cognome e rapporti parentali del defunto, ma invece, tradotta, suona come ‘Non fare (o: non porre) nulla qui’, espressione di rituali magico religiosi insoliti per il popolo del lucumone Porsenna. Lo studio dell’iscrizione ha portato un contributo di assoluta novità alla conoscenza della lingua etrusca, dove chiarire il significato di singole parole o acquisirne delle nuove ha sempre un peso rilevante. “‘Ein thui ara enan’ – spiega l’archeologo Roberto Sanchini, uno degli studiosi che ha interpretato l’epigrafe come ‘Non fare (o: non porre) nulla qui’ – proprio per la sua semplicità è infatti frase di fondamentale importanza per comprendere il vero significato delle parole ‘ara enan’. La prima è un verbo che esprime un’azione nel campo del ‘fare’ o, più specificamente, del ‘porre’; e la seconda un pronome indefinito. Questa interpretazione getta una nuova luce sulla traduzione di passi maggiormente complessi del testo più esteso sinora conosciuto scritto in etrusco: il libro rituale meglio noto come Liber linteus di Zagabria, dalla città nel cui museo si conserva”.

I rituali magico religiosi hanno lasciato in questa tomba anche un’altra traccia rarissima Si tratta della fossa contenente i resti, ordinatamente composti, di almeno nove individui, con tutta probabilità componenti della stessa famiglia, sepolti nell’arco temporale compreso tra la metà del VI e i primi decenni del V secolo a.C. Probabilmente, dopo un evento naturale che sconvolse l’originaria collocazione dei defunti, venne celebrata una seconda cerimonia, testimoniata dal modo di collocare ossa e specifici oggetti, come alcuni piattelli rovesciati e infranti, resi inservibili. (ANSA).