Toscana

ARABIA SAUDITA, 22 LE VITTIME DELL’ATTACCO TERRORISTICO. TRE TERRORISTI FUGGITI CON OSTAGGI

Un sudafricano, un italiano, un britannico, uno svedese, un americano, un egiziano, otto indiani, due cingalesi, tre sauditi e altrettanti filippini: sarebbe questo l’elenco delle 22 vittime – cui si aggiungono 25 feriti – dell’attacco terroristico condotto sabato mattina da un commando in un complesso residenziale-commerciale nella città di al-Kohbar, uno dei principali terminal petroliferi dell’Arabia Saudita, circa 250 chilometri a nordest di Riad, sul Golfo Persico. L’incubo è durato 25 ore ma non ha ancora avuto epilogo: dopo l’assalto delle forze speciali saudite, all’alba di ieri, e la liberazione di decine di ostaggi stranieri, tre dei quattro componenti il commando terroristico sarebbero fuggiti con un numero imprecisato di ostaggi, mentre il loro capo è stato catturato.

L’attacco è stato rivendicato dal sedicente “network di al-Qaeda nella Penisola araba”, che in un messaggio diffuso via Internet, attribuito alla rete dello sceicco del terrore, dichiara di voler eliminare gli ‘infedeli’ dall’Arabia Saudita. Al di là della rivendicazione – che sembrerebbe comunque confermare la nota conflittualità tra il ‘ribelle wahabita’ Bin Laden e la dinastia regnante saudita, socio politico e petrolifero degli americani da quasi mezzo secolo – hanno suscitato sgomento le immagini trasmesse dalle televisioni di tutto il mondo: un’intera giornata di angoscia mentre si cercava di capire cosa accadesse all’interno del ‘Petroleum Center’, sede di uffici di varie aziende petrolifere che gestiscono l’estrazione di petrolio nel Golfo Persico ed il suo trasporto fuori dalla penisola arabica via nave e con oleodotti, all’interno della quale oltre a strutture commerciali ve ne sono anche di residenziali, abitate in prevalenza da stranieri impegnati nel comparto petrolifero.

Ieri, dopo il blitz delle ‘teste di cuoio’ saudite – che si sono calate da alcuni elicotteri – il ministero dell’Interno di Riad ha diffuso un bilancio finale di 41 stranieri liberati e 201 altri residenti sfollati dal complesso. Pesa, comunque, il tributo pagato dalle 22 vittime, alcune delle quali sarebbero state sgozzate dopo aver tentato di sfuggire al commando terroristico; tra loro anche l’italiano Antonio Amato, che da pochi giorni aveva preso servizio come cuoco nel ristorante Oasis, all’interno del residence. Oltre agli stranieri, secondo fonti locali, sarebbero stati uccisi anche sette agenti della sicurezza. Il grave episodio è stato condannato con fermezza da diversi esponenti del mondo arabo, dai Fratelli Musulmani d’Egitto alla Lega del Mondo Islamico, ma anche dalla Lega Araba; anche i radicali palestinesi di Hamas hanno preso le distanze dall’attacco che – è stato sottolineato – è “contro i principi dell’Islam” ma anche gli interessi del mondo arabo. A livello internazionale c’è il timore che la rete di Bin Laden – che dal 1996 cerca di destabilizzare l’Arabia Saudita e che poco meno di un mese fa aveva ucciso cinque occidentali nell’attacco a un sito petrolchimico nella città di Yanbu, sul Mar Rosso – possa in qualche modo creare contraccolpi sia sul prezzo del greggio, di cui Riad possiede un quarto delle riserve mondiali, sia elevando i timori delle società occidentali impegnate nella distribuzione del petrolio, il cui disimpegno dalla penisola araba potrebbe creare significativi aumenti del costo al barile. Misna