Cultura & Società
Apre la sede internazionale di formazione di Scholas Occurrentes a Pistoia, la scuola del Papa
Chitarra, canti, sorrisi, abbracci e mate. Neanche te ne accorgi e già l’intesa ha preso quota. Tra i giovani presenti e gli animatori di Scholas il contatto è più naturale che mai, fuori da ogni paludamento e scaletta prefissata. C’è un calore tutto latino che nell’aula magna del Seminario di Pistoia, avvolge i presenti, dal direttore mondiale Corral al mons. Tardelli per la presentazione ufficiale della sede pistoiese di Scholas Occurrentes.
«Una bella giornata: un segno bello e gioioso per tutti. Pistoia –afferma il vescovo Tardelli – è una città che merita attenzione e che può diventare un punto di riferimento. Sono contento perché ci si occupa di giovani. Mi stanno a cuore. E mi preoccupa che li facciamo esprimere, perché ognuno può dire molto. L’impostazione educativa di Scholas li porterà ad esprimersi in tutte le loro potenzialità. E poi sono contento perché ci sarà modo di incontrarci a livello mondiale: giovani da tutte le parti del mondo arriveranno a Pistoia». E sarà un mondo globale, “fatto di comunicazione e relazioni. Sono grato a Jose Maria del Corral. Inizia un’avventura tutta da definire ma sicuramente bella”.
«A parole almeno – commenta Edoardo Baroncelli – direttore dell’ufficio per la pastorale scolastica, chiamato a coordinare i rapporti tra Scholas e Diocesi – siamo tutti d’accordo. Questa esperienza cerca di tradurre una proposta educativa in linguaggi che siano i loro – quelli dei giovani – e non i nostri. E i linguaggi con cui si può arrivare al cuore dei ragazzi sono anche questi.
La diocesi di Pistoia e l’attenzione del suo vescovo ai giovani raccoglie l’invito del Santo Padre perché Pistoia possa essere luce, segno di speranza, e insieme si possa fare qualcosa di significativo per i nostri giovani».
Il direttore mondiale di Scholas Josè Maria Corral, racconta la sua storia che nasce dalla passione educativa. «Trent’anni fa mi sentivo in mezzo tra i giovani e un sistema educativo che non mi sembrava raggiungerli. C’era un sacerdote, Jorge Bergoglio, che conosceva la gente, un prete “futbolero” (che gli piaceva il calcio), che però aveva visto come la crisi Argentina stava portandosi via i giovani. “La politica non serve a niente””diceva la gente e i giovani non sapevano cosa fare. Restavano spersi in un paese nella crisi. Una domenica pomeriggio ho incontrato don Bergoglio. «Possiamo contare sui giovani per fare un cambiamento?» Mi domandò questo. Ho pensato di mettere insieme un gruppo di giovani cattolici, ebrei, musulmani, hanno cominciato a parlare, cantare, dipingere e hanno iniziato a condividere le loro differenze. Tradizioni, abitudini diverse..all’inizio si guardavano tra loro. Si sono iniziati a rompere i pregiudizi. E in sei mesi questi giovani hanno portato al parlamento argentino un progetto di legge per i giovani. Un mese dopo il congresso l’ha votata all’unanimità. Sapete cosa chiedevano questi giovani? Un’educazione che avesse a vedere con la vita. Non ne potevano più di studiare qualcosa in cui non trovavano senso. Volevano un’educazione che servisse alla vita. Volevano imparare a vivere. Erano pazzi?».
Diocesi e Scholas hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per confermare l’impegno nell’educazione dei giovani. Scholas porterà a Pistoia una scuola per formatori, ma anche progetti di alternanza scuola lavoro, percorsi che diano senso, portino la presenza di questa proposta in mezzo ai giovani.