Italia
Appello per il «no» nel nome di La Pira
Si tratta di una radicale trasformazione delle fondamenta del nostro Stato, poste, attraverso un enorme sforzo collettivo, dalle energie migliori del Paese, che assaporava il valore della libertà, della vita democratica e della pace, dopo 20 anni di dittatura e 5 di guerra.
Il dialogo fu il valore di fondo scelto dai costituenti, effettivi rappresentanti di tutto il popolo italiano, delle differenti forze politiche, delle diverse anime del Paese.
Dopo quasi 60 anni, siamo convinti che la nostra Costituzione debba senz’altro essere in alcune sue parti rivista, aggiornata. Ma è cosa troppo seria, troppo complessa per essere liquidata attraverso un referendum popolare che si esprima su di un testo redatto in fretta da una sola parte politica. La radicalità dei cambiamenti previsti dalla riforma farebbe sì che l’Italia non sarebbe più la stessa, e forse potrebbero essere gravemente minati gli stessi principi democratici che reggono il Paese.
Occorre che maggioranza e opposizione lavorino insieme, che siano coinvolte le autonomie locali e le forze sociali affinché le modifiche necessarie siano davvero espressione di tutti.
Non vogliamo qui esprimere giudizi di merito, dando il nostro parere sulle numerose scelte operate nella riforma proposta, e che pure suscitano più di un’obiezione, ma soltanto sottolineare l’importanza del METODO: il Patto Fondamentale tra i cittadini non può essere scritto da una sola parte.
In rappresentanza delle Associazioni fiorentine che si riconoscono nella figura di Giorgio La Pira, auspichiamo pertanto che l’Italia chiamata alle urne, esprima un deciso NO, cosicché, nel caso, possa incominciare un reale percorso condiviso, che dia luogo al più ampio consenso possibile.
Su ciò si è costruita ed è potuta crescere la nostra Repubblica: non possiamo rinunciare ad un metodo che è sostanza del nostro Stato e del nostro vivere civile.
Proponiamo la seguente riflessione del prof. Giorgio La Pira, costituente.