Vita Chiesa

APPELLO CONTRO LA GUERRA DEI VESCOVI DI GERUSALEMME, SARAJEVO E BAGHDAD

“Noi che abbiamo vissuto o stiamo ancora vivendo la tragedia della guerra, vogliamo dire al mondo intero, in particolare ai potenti della terra: non imboccate la strada della guerra, perché è una strada senza uscita”. Con queste parole monsignor Michel Sabbah, Patriarca latino di Gerusalemme e presidente internazionale di Pax Christi, il cardinale Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo e monsignor Raphael Bidawid, Patriarca di Babilonia dei Caldei a Baghdad, hanno lanciato al mondo il loro appello per la pace.

“La nostra è una voce debole – continuano i tre presuli nella nota congiunta – ma vogliamo essere voce della nostra gente che ha subìto e sta subendo la guerra, oppressioni e ingiustizie e che vive nelle nostre terre, diventate tragicamente simbolo di sofferenza, non solo negli anni scorsi ma anche oggi. Le nostre non sono tutte città sante come Gerusalemme, e nemmeno città cattoliche. Ma certamente sono città martiri”. Secondo le guide spirituali di tre comunità sconvolte in passato, e ancora oggi, dalla violenza della guerra, la questione irachena ha un’unica soluzione.

“La pace è la sola strada da percorrere, è la direzione obbligatoria.. Non c’è violenza, non c’è terrorismo, non c’è guerra che non porti con sé altra violenza, odio, distruzione, sofferenza e morte”, dichiarano. “Ci rivolgiamo a tutti, credenti e non credenti, uomini e donne di buona volontà, ma in particolare a chi ha la responsabilità e il potere di decidere sul futuro, perché possa far prevalere il buon senso e il dialogo ricordando che ‘la guerra è un’avventura senza ritorno’. Con il Papa anche noi diciamo: No alla guerra! La guerra è sempre una sconfitta dell’umanità”, aggiungono i tre presuli. Ma se la guerra è causa di enormi sofferenze, enormi sono anche le ferite che restano aperte una volta che un conflitto è terminato.

“Se la guerra è distruzione e morte – spiegano i vescovi – non meno tragiche sono le conseguenze che una guerra porta inevitabilmente con sé: divisioni, odi e tanti profughi. Sono davanti agli occhi del mondo i milioni di profughi della Bosnia e di tutta la ex Jugoslavia; le condizioni invivibili dei Palestinesi, profughi nella loro terra o in terra straniera. E, in caso di guerra, quanti saranno i profughi dall’Iraq, che si andranno ad aggiungere a chi ha già cercato speranze di vita fuggendo da quella terra, da troppi anni segnata dalla guerra e dall’embargo?”. “Non lasciateci soli, perché il mondo oggi ha bisogno di costruire questa speranza”, concludono monsignor Michel Sabbah, il cardinale Vinko Puljic e Raphael Bidawid. Misna