Toscana

Appello al G8: «Non prendete in giro i poveri»

«I poveri non possono essere presi in giro. I poveri non possono più aspettare!». È l’appello di oltre 50 associazioni cattoliche aderenti al cartello «Sentinelle del mattino» (tra cui Acli, Azione cattolica italiana, Focolari, Volontari nel mondo-Focsiv, Agesci, ecc.), che hanno presentato il 25 giugno a Roma, alla vigilia del vertice del G8 a Kananaskis, in Canada, con le loro preoccupazioni e proposte rivolte ai governi partecipanti.

Nell’appello, che fa seguito ad una serie di prese di posizione assunte già lo scorso anno durante il G8 di Genova e in occasione di altri appuntamenti internazionali, le associazioni chiedono, tra l’altro, di «isolare a livello politico e commerciale i paradisi fiscali e finanziari», «rafforzare gli impegni nella lotta all’Aids», «attivare una procedura di arbitrato internazionale per il debito affidato ad un organismo indipendente», «destinare all’aiuto allo sviluppo lo 0,7% del Pil». Al governo italiano, in particolare, chiedono di raggiungere almeno lo 0,39% del Pil nella prossima legge finanziaria.

«Dopo una serie di vertici mondiali “inutili” perché non hanno saputo definire politiche concrete – ha detto Sergio Marelli, direttore della Focsiv –, oggi chiediamo ai governi del G8 di assumere le proprie responsabilità; di essere coerenti, perché non si può, da una parte, esprimere completa fiducia nel libero mercato e poi continuare ad attuare misure protezionistiche sui prodotti provenienti dai Paesi in via di sviluppo; e di ribaltare la visione economicistica per cui in cima alla scala dei valori vi è sempre il profitto». Preoccupazione viene espressa, in particolare, in merito al Nepad (New partnership for Africa’s development) il piano operativo per lo sviluppo dell’Africa, «che in realtà non racchiude i reali bisogni della società civile africana». Le associazioni si dicono preoccupate, tra l’altro, anche per quelle iniziative che «spacciano» lo «smaltimento delle eccedenze alimentari» per «aiuti umanitari alle popolazioni colpite da guerre e catastrofi» o la ricerca di nuovi sbocchi commerciali, ad esempio nel mercato dell’informatica, per «recupero del divario tecnologico esistente tra Nord e Sud del mondo».Ad un anno dal G8 di Genova, Luigi Bobba, presidente delle Acli, ha giudicato le tante promesse non mantenute come «un vero insulto ai poveri»: «Anche con il governo italiano – ha detto – abbiamo scelto finora l’atteggiamento del dialogo, ma se non si vedono segnali di una inversione di tendenza la pazienza rischia di arrivare al culmine. Ora ci stiamo stancando».

Per questo le associazioni hanno in cantiere una serie di azioni ed iniziative: a partire da oggi i giovani che parteciperanno alla Gmg di Toronto, ma anche i gruppi, invieranno delle «cartoline virtuali» (tramite il sito www.sentinelledelmattino.com) al governo italiano e alle ambasciate in Italia degli altri Paesi membri del G8, con una copia dell’appello diffuso in questi giorni. E dal 30 luglio al 4 agosto, a Molfetta, si svolgerà un campo estivo «interassociativo» su tematiche internazionali, ripercorrendo l’itinerario spirituale di don Tonino Bello. A Firenze, nel mese di settembre, verrà organizzata una grande manifestazione pubblica. «Vogliamo far sentire la nostra voce – ha detto Ernesto Diaco, dell’Azione cattolica – per non essere confusi con il minestrone “no global”: anziché negare la globalizzazione preferiamo mettere dentro i nostri contenuti».

Anche il Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza (Cnca), a cui aderiscono in tutta Italia 256 tra associazioni, comunità, cooperative, impegnate nel fornire risposte alle persone in disagio sociale, esprime preoccupazione e perplessità sul G8 di Kananaskis: «I poveri sono invitati, ma non possono decidere – fa notare Lucio Babolin, vicepresidente del Cnca – solo i potenti possono decidere per tutti; solo i ricchi possono mantenere potere di vita o di morte sul mondo; solo i ricchi possono decidere forme di aiuto e poi non rispettarle».

Il testo dell’Appello (25 giugno 2002)

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