Vita Chiesa

APERTO CONGRESSO UCSI, MONS. BETORI: «CONTRIBUIRE ALLO SVILUPPO DI UN’ETICA DELLA COMUNICAZIONE»

“Vogliamo essere accanitamente cronisti della nostra storia, ma anche accanitamente cristiani nella nostra professione di identità. Così come vogliamo, accanitamente, comprendere e raccontare i mutamenti in corso d’opera, veri e propri tsunami informativi, che non possono essere banalizzati né da una tv del nulla, né da una carta stampata sempre più alla ricerca del gossip”. Così il presidente dell’Unione cattolica della stampa italiana (Ucsi), Massimo Milone, nella sua relazione al XVI Congresso nazionale dell’Ucsi, in corso da ieri a Roma, sul tema “Giornalismo e comunicazione. Una domanda di senso e di verità”. “Sentiamo il bisogno – ha proseguito Milone – di dire e di dirci tra giornalisti e comunicatori che c’è una sbornia collettiva, dalla quale occorre uscire. Per recuperare credibilità all’intera categoria, per dare fiducia alla gente”.

Secondo Milone, “anche per i giornalisti e per i comunicatori è il tempo delle idee e dei contenuti, della domanda di senso e di verità. Negli anni, anche in Italia, il giornalismo ha raccontato un po’ meno il potere e più la gente. Ma ora la società “normale” rischia di mancare nei nostri racconti, spesso troppo esposti alla sola dinamica marcato-audience. Siamo chiamati ad un impegno auto-rigenerante, ma occorre andare oltre la rappresentazione di una società teatro di trame, violenze, spartizioni, mode, pregiudizi”. “Come tutti i giornalisti – ha detto- siamo liberi e artigiani, ma il tentativo è di lavorare liberi da condizionamenti. Con il senso di un racconto che non può escludere Dio dalla storia, come ci esorta il Magistero della Chiesa. Spesso siamo stati critici. Troppe volte in modo sommesso. Ma ora è il tempo dell’identità e della sua riaffermazione forte, pur nel confronto costruttivo con i giornalismi di altra estradizione culturale”.

“Contribuire allo sviluppo di una cultura e di un’etica della comunicazione”. È quanto raccomandato da mons. Giuseppe Betori, nel messaggio inviato al XVI Congresso nazionale dell’Unione cattolica stampa italiana (Ucsi). “L’etica della comunicazione – afferma Betori – non riguarda solo l’emittente e i suoi operatori, ma riguarda a pieno titolo la competenza e il ruolo del fruitore, anzi dell’utente, il cittadino, con particolare attenzione ai minori. Il rischio che gli utenti da protagonisti possano essere considerati semplici spettatori sollecita a promuovere una competenza mediale e una competenza etica in grado non solo di conoscere le logiche produttive, commerciali e strategiche che animano il flusso di comunicazione, ma anche l’acquisizione di valori di riferimento grazie ai quali poter sottoporre a vaglio critico la multiforme offerta mediatica”. Sir