Cultura & Società
Anziani: Paglia, “servono 220 milioni di euro per avviare il motore della riforma dell’assistenza”
Nel suo appello a Governo e Parlamento affinché si trovino le risorse necessarie per la fase di sperimentazione, mons. Paglia ha precisato che i decreti attuativi sono ormai pronti (cinque su sei) per l’approvazione entro gennaio 2024.
“Rivolgo un appello al Governo e al Parlamento, affinché dopo l’approvazione della Legge Delega per la riforma dell’assistenza agli anziani (legge 33/2023), si trovino le risorse per far partire la fase di sperimentazione. Si tratta di briciole: 220 milioni di euro, ma è indispensabile che questa fase inizi, perché una legge di civiltà come quella approvata possa entrare in funzione. A regime la riforma prevedrà un finanziamento di 9 miliardi all’anno, e molti di più ne farà risparmiare rispetto a quanto si spende oggi per un’assistenza insufficiente e non coordinata. Ma per arrivare al risparmio occorre investire nella sperimentazione”. A rivolgere l’appello è stato questa mattina mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita e presidente della Commissione intergovernativa che ha messo a punto la riforma.
Al Senato, nella Sala Nassirya, il presule ha presentato il suo libro “L’età grande: la nuova legge di riforma per gli anziani” (seconda edizione, pubblicato da Edizioni Lswr, con Edra Spa) ed ha parlato della Fondazione Età Grande, riconosciuta tra l’altro come Fondazione pontificia.
Nel suo appello a Governo e Parlamento affinché si trovino le risorse necessarie per la fase di sperimentazione, mons. Paglia ha precisato che i decreti attuativi sono ormai pronti (cinque su sei) per l’approvazione entro gennaio 2024, ed ha chiesto al Parlamento di essere sollecito nel procedere, come lo è stato, insieme al governo, nel varare la legge stessa, approvata a marzo in temi rapidi: “Abbiamo bisogno di briciole per partire, perché 220 milioni di euro sono davvero pochi per un progetto così importante. Ma abbiamo l’obbligo morale di avviare il motore della riforma, per far vedere in che modo un nuovo modello di assistenza sia davvero possibile”.