Italia
Anziani non autosufficienti: Caritas e uffici Cei, “bene l’istituzione del sistema unico per la presa in carico”
Caritas italiana, il Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità e l’Ufficio nazionale per la pastorale della salute hanno presentato oggi un documento durante l’audizione a Palazzo Chigi ai tavoli di ascolto e di confronto sui provvedimenti attuativi e le tematiche connesse alla Legge delega 33/2023 sugli anziani non autosufficienti. Le considerazioni rientrano nelle proposte formulate nell’ambito del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, che riunisce 58 organizzazioni e associazioni impegnate con gli anziani non autosufficienti, tra cui molte realtà del mondo cattolico.
Valutazione positiva sul superamento della frammentazione del sistema di presa in carico delle persone anziane e apprezzamento per la presenza di contenuti innovativi e attenzione agli adulti con disabilità che invecchiano. Con una serie di proposte per il futuro: continuare a lavorare insieme, dare sostanza alla riforma e aumentare i finanziamenti con lo stanziamento di 5/7 miliardi di euro annui già nella legge di bilancio per il 2024. Sono queste, in sintesi, le considerazioni contenute nel documento che Caritas italiana, il Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità e l’Ufficio nazionale per la pastorale della salute hanno presentato oggi durante l’audizione a Palazzo Chigi ai tavoli di ascolto e di confronto sui provvedimenti attuativi e le tematiche connesse alla Legge 33/2023. Con questa legge il governo italiano è delegato ad adottare, entro il 31 gennaio 2024, uno o più decreti legislativi finalizzati a definire la persona anziana e a promuoverne la dignità e l’autonomia, l’inclusione sociale, l’invecchiamento attivo, la promozione dell’autonomia, la prevenzione della fragilità, l’assistenza e la cura delle persone anziane anche non autosufficienti, con riferimento alla condizione di disabilità.
Caritas, gli uffici Cei e molte realtà cattoliche (tra cui Acli, Aris, Uneba), hanno aderito da tempo al Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, che riunisce 58 organizzazioni e associazioni impegnate con gli anziani non autosufficienti. Hanno lavorato insieme con un metodo partecipato, presentando una serie di proposte condivise ai governi. Molte sono state recepite. Oggi rilanciano con una valutazione dei provvedimenti adottati finora e consigli per fare in modo che “la legge delega contenga e renda effettivamente operative soluzioni adeguate alla situazione delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie, fenomeno crescente e di difficile gestione per famiglie, territori, comunità e istituzioni”.
Nel documento viene apprezzata l’istituzione dello Snaa, un sistema unico per la presa in carico delle persone anziane, finora fortemente frammentato tra misure sociali, socio-sanitarie e sanitarie: ”È notevole, dunque, che la legge istituisca il Comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana (Cipa), con il compito di promuovere il coordinamento e la programmazione integrata delle politiche nazionali in favore delle persone anziane”. Parere positivo viene dato anche alla definizione di nuovi modelli d’intervento che mirino ad uno sguardo complessivo sulla condizione dell’anziano non autosufficiente e sull’ampliamento dell’offerta di servizi.
Grande importanza ha il riconoscimento del tema degli adulti con disabilità che invecchiano, garantendo loro “il diritto di ricevere, e di mantenere nel tempo, ogni tipo di risposta legata alla condizione maturata in precedenza e di ricevere gli interventi destinati agli anziani non autosufficienti, nel modo più semplice possibile (cioè senza ripetere valutazioni o procedure già realizzate)”. Caritas e i due uffici Cei sottolineano la necessità di continuare a lavorare insieme (Patto e istituzioni) per rendere la riforma “una scommessa a tutti gli effetti vinta”.
“Una sfida resa particolarmente ardua dal fatto che i tempi sono molto stretti”.
Il documento offre alcuni consigli metodologici sulle procedure di presa in carico degli anziani non autosufficienti: “rivedere in profondità l’itinerario di accesso ai servizi, a partire dalla fase iniziale e sino alla progettazione personalizzata, passando attraverso la valutazione dei bisogni (si tratta dei seguenti elementi: punti unici di accesso (Pua), valutazione multidimensionale unificata, secondo criteri standardizzati e omogenei a livello nazionale, Piano individualizzato, budget di cura e prestazione universale graduata)”. In particolare si sottolinea la necessità di introdurre la possibilità di basare il budget di cura non su criteri algoritmici e formule prestabilite ma di “spendere in base ai bisogni”.
Si chiede di irrobustire in legge di bilancio per il 2024 i finanziamenti per iniziare a dare concretezza alla riforma: “imprescindibile”, secondo Caritas e uffici Cei, è lo stanziamento di opportune risorse, tra i 5 e i 7 miliardi di euro annui, “sostenibili per il bilancio pubblico, ma al contempo in grado di avviare un piano per l’attuazione progressiva della riforma, con una crescita progressiva della spesa dedicata e questo sia per la spesa sanitaria che per quella sociale”. “Nel 2024 – conclude il documento – si potrebbero iniziare a realizzare alcune indicazioni della riforma, sempre nella logica di sistema a cui essa si ispira e dunque con azioni nelle filiere principali del settore: assistenza domiciliare, servizi residenziali e trasferimenti monetari”.