Gli oltre 10 milioni di anziani presenti oggi nel nostro Paese arriveranno a circa 15 milioni nel 2026 (48% in più) e a quasi 18 milioni nel 2051, con un aumento del 77,5%. Sono le previsioni dell’Eurispes, che ha diffuso oggi uno studio sull’emergenza anziani in Italia. Mentre oggi c’è quasi un ultrasessantacinquenne su cinque abitanti si legge nella ricerca – nell’arco di tre-quattro decenni ce ne sarà uno ogni tre. Le regioni più vecchie saranno Lombardia (in cui, nell’arco dei prossimi 25 anni, si prevede un aumento di circa 930mila ultrasessantacinquenni, cioè un flusso annuale pari a circa 37mila nuovi anziani), Lazio, Campania, Veneto, Puglia e Sicilia. Il progressivo invecchiamento della popolazione si legge nello studio – ha fatto emergere due problemi principali a cui il sistema assistenziale italiano è chiamato con urgenza a far fronte: è cresciuto il numero dei grandi anziani’ che vivono soli o per i quali la rete dei sostegni familiari si è indebolita e aumenta il numero di anziani esposti al rischio di perdere la loro autosufficienza fisica o psichica. Di qui la necessità di promuovere una rete integrata di servizi sanitari e sociali per l’assistenza agli anziani, insieme ai malati cronici e ai disabili. Poiché l’anziano vive meglio nel proprio domicilio e nel contesto di una famiglia, ma spesso questa ha difficoltà economiche e logistiche ad assistere in casa chi necessita di cure, per l’Eurispes è necessario supportarla in questo compito. A fronte di un fabbisogno stimato in circa 15 miliardi di euro per anno, oggi l’Italia spende per l’assistenza sociale circa 6,5 miliardi di euro. Sir