Associazioni e movimenti
Anziani: Auser, presentata la ricerca sulla longevità
“L’invecchiamento attivo grande sfida del XXI secolo di cui cogliere le opportunità”

Siamo in piena transizione demografica. Si stima che nell’Ue gli over 65 raggiungeranno nel 2050 i 129,8 milioni. L’Italia è il Paese europeo che invecchia più di tutti e più velocemente e decresce come popolazione, l’Istat ci dice che nel 2080 saremo poco più di 46 milioni di abitanti per la maggior parte anziani con un Sud sempre più abbandonato e “vecchio”. A preoccupare non è solo l’invecchiamento della popolazione ma anche la ridotta natalità.
Di fronte a questo quadro, la ricerca dell’Auser a firma di Claudio Falasca, “Vivere la longevità. L’invecchiamento attivo nella transizione demografica per un welfare generativo”, presentata oggi a Roma al Cnel, invita a cambiare paradigma, a liberarsi dei luoghi comuni della “vecchiaia come un peso” e andare oltre le paure. L’allungamento della vita sta infatti facendo emergere una fascia di popolazione che in media gode di buona salute, vive una vita attiva e piena di interessi, ha relazioni sociali, fa volontariato. Come mette in evidenza la ricerca Auser c’è un grande potenziale da valorizzare, le persone longeve possono offrire un notevole contributo alla collettività e a sé stesse e vedere pienamente riconosciuto il loro ruolo sociale, oltretutto mantenere socialmente attive le persone il più a lungo possibile è una grande operazione di prevenzione e riduce al minimo il rischio di non autosufficienza. Dei circa 14 milioni di longevi del nostro Paese, 10 sono volenterosi di essere partecipi della vita sociale.
Per queste ragioni è importante dare alla transizione demografica una priorità nazionale con adeguate risorse e promuovere un Piano nazionale di politiche per l’invecchiamento attivo, una Agenda per una longevità generativa di welfare imperniata su politiche per l’invecchiamento attivo, che coinvolga attori diversi. Superare i ritardi e attuare la legge delega sugli anziani (33/23) e il decreto legislativo 29/24, mettere le Regioni in condizione di elaborare i loro programmi, rendere esigibili percorsi di amministrazione condivisa.
“Ci troviamo di fronte ad una fase storica di grande delicatezza che richiede di essere governata con interventi lungimiranti, condivisi e coordinati – ha sottolineato il presidente dell’Auser Domenico Pantaleo, nelle sue conclusioni -. Per farlo è però necessario un cambio di paradigma che ci liberi dagli stereotipi della ‘la vecchiaia come un peso, come un problema’. Dobbiamo riconoscere alle persone anziane il ruolo di protagoniste della vita economica e sociale e longevità una opportunità di rigenerazione del nostro sistema economico e sociale”. “Risorse e competenze dei longevi sono un giacimento inesplorato – ha proseguito -, occorrono allora politiche pubbliche, azioni delle parti politiche e sociali e del terzo settore che vadano in questa direzione. Attivare insomma un circolo virtuoso affinché le persone anziane possano continuare a dare il loro contributo, mantenersi attive, riducendo in questo modo i rischi del peggioramento della salute fisica e mentale. Condizioni che subentrano con l’inattività e la ridotta socialità. Come Auser chiediamo di leggere con coraggio i segni dei tempi, senza rassegnazione e che si sviluppino politiche strutturate a sostegno della longevità e dell’invecchiamento attivo. Lo sviluppo è nella comunità, nella funzione sussidiaria, nell’interazione, nel fare insieme le scelte”.