Vita Chiesa
Anziani assistiti in casa con l’aiuto delle parrocchie
Il tema della XIX Giornata Mondiale del Malato, che riprende il passo della 1ª Lettera di San Pietro «Dalle sue piaghe siete stati guariti» e rappresenta la sintesi del Messaggio del Santo Padre, costituisce una preziosa occasione per riflettere con attenzione sul mistero della persona nel suo rapporto con il mistero della sofferenza. Gesù non è venuto a togliere la sofferenza, né a spiegarla: è venuto a riempirla e darle senso con la sua presenza. Egli è accanto a noi, condivide la nostra sofferenza e la vive fino in fondo con noi.
Quella cristiana è un’antropologia della totalità ed integralità dell’uomo. Unitotalità fisica, psichica e spirituale che coinvolge non soltanto l’aspetto soggettivo e spiritualistico, ma anche l’aspetto corporeo, che rifugge il dualismo anima/corpo recuperando la persona umana come spirito incarnato e corpo spiritualizzato.
La persona umana va rispettata perché va al di là e trascende, nel mistero della sua libertà e responsabilità, il mondo biologico, l’universo, la società, la storia, il tempo. Dal momento del concepimento fino alla morte naturale, in ogni situazione di sofferenza e di salute, la persona integralmente considerata è il punto di riferimento e il criterio ultimo e il criterio di liceità/illiceità dell’intervento dell’uomo sulla vita ove è in gioco il valore stesso della vita e il bene della persona.
Il grande filosofo Emmanuel Mounier, a proposito della grave e irreversibile patologia che aveva colpito la figlia Francesca, scrive alla moglie: «Che senso avrebbe tutto ciò se la nostra povera, piccola bambina fosse soltanto un frammento di carne inabissato non si sa dove, un po’ di vita accidentata, e non questa bianca, piccola ostia che tutti ci sorpassa, un’infinità di mistero d’amore che ci abbaglierebbe se noi la guardassimo faccia a faccia?».
Quindi, è alla persona che si deve rapportare la ricerca, l’assistenza medica, l’organizzazione delle risorse mondiali in campo sanitario; e ciò deve valere per tutte le persone e per tutto l’arco della vita della persona, senza discriminare la vita prenatale dalla postnatale, la vita senile, la vita malata.
Questi principi etico-antropologici, che stanno alla base dell’amore della Chiesa per l’uomo, si concretizzano in traduzioni pratiche ed operative, espresse anche nelle numerose iniziative presenti nelle nostre diocesi.
Il Protocollo, che sarà tra breve sottoscritto dalle Parti, intende anche sostenere lo sviluppo di azioni promozionali e informative tese a favorire l’accesso al sistema integrato dei servizi e delle cure previsti dal servizio pubblico per la persona anziana. Inoltre, si prefigge di implementare una rete capillare di punti di ascolto e di riferimento atti a sostenere la domiciliarità per tutte quelle persone anziane che siano portatrici di bisogni che non rientrano come prestazioni specifiche dei servizi istituzionali. Si tratta di rafforzare i tanti servizi di prossimità, già in grandissima parte svolti dalle parrocchie, dalle Caritas diocesane e parrocchiali, dalle associazioni del volontariato cattolico.
Grazie a questo nuovo ed ulteriore rapporto della CET con la Regione Toscana, che in parte cofinanzia il Progetto, è possibile favorire la creazione di relazioni sociali significative facendo sentire la persona anziana meno sola, animando le risorse territoriali già esistenti con l’attivazione e il coinvolgimento di familiari, vicinato, conoscenti ed amici.
Tale Progetto, inserito nel quadro più ampio delle azioni proprie della pastorale ecclesiale e della carità cristiana e coerente con la sollecitudine spirituale e operativa della Chiesa nei confronti dei più deboli, vuole costituire un forte segnale di attenzione nei confronti della persona anziana, in particolare per vincerne la fragilità, spesso fatta di solitudine, di povertà materiali, affettive e spirituali, di rischi che la espongono al penoso passaggio alla non autosufficienza.