Toscana
Anziani al supermercato? La Toscana boccia Sirchia
Se sull’ordinanza Sirchia la polemica si mantiene «soft», sul fonogramma che l’ha preceduta i toni sono più accesi. Il 9 giugno il ministro della salute aveva colto tutti di sorpresa con un telegramma nel quale sollecitava Comuni e Regioni a «prendere adeguati provvedimenti» come «lo spostamento al bisogno di questi anziani negli ospedali, nelle Rsa, nei supermercati, ecc.». Concetto confermato in alcune interviste rilasciate ai maggiori quotidiani italiani: «È una formula già provata con successo negli Stati Uniti ha dichiarato al Corriere della Sera il 18 giugno . Utilizzare spazi refrigerati dove trasferire i fragili nelle ore più calde. Non potremmo permetterci di mantenere per tre mesi strutture climatizzate».
Al ministro aveva subito replicato l’assessore regionale alle politiche sociali Angelo Passaleva, che elencando quanto già previsto da mesi in Toscana, chiosava con ironia: «il nostro progetto non prevede piani di trasferimento degli anziani perché si intende valorizzare al massimo l’ambiente domestico». Più esplicito ancora Federico Gelli, presidente della Commissione sanità del Consiglio regionale: «L’emergenza caldo per gli anziani non si risolve, come vuole Sirchia, coi supermercati e i centri commerciali, ma con un piano d’interventi articolati e mirati alla popolazione anziana effettivamente interessata». Sulla stessa linea Leonardo Domenici, sindaco di Firenze e presidente dell’Anci (Associazione comuni d’Italia): «Il caldo torrido estivo non è un’emergenza improvvisa. È qualcosa che conosciamo da sempre e che va previsto per tempo. Pensare di prevenire le conseguenze che esso può avere, portando i nostri genitori o i nostri nonni al supermercato, francamente ha il sapore della battuta umoristica».
Anche se di proporzioni più ridotte, il fenomeno si registrò in altri paesi europei tra i quali l’Italia. Secondo il ministro della salute Girolamo Sirchia, che commissionò un’indagine approfondita, sarebbero stati oltre 4.174 gli anziani deceduti per il gran caldo nell’estate 2003. Gli aumenti maggiori dei decessi di ultrasessantacinquenni furono concentrati nell’ultimo mese di rilevazione, dal 16 luglio al 16 agosto. Nelle 21 città si passò da 6.241 decessi tra persone di tutte le età nel 2002 a 8.485 nel 2003, con un incremento di 2.244 morti, pari al 36%. L’incremento maggiore (2.127 decessi, pari al 40,2%) fu tra gli ultrasessantacinquenni e ancor più tra gli ultrasettantacinquenni, con 1.992 decessi in più (49,1%).
Per questi ultimi, in particolare, il numero di morti maggiore fu registrato nel nord ovest, con 975 decessi (81,4%), seguito dal centro (563 decessi pari al 43,8%), dal nord est (206 decessi pari al 33,8%) e infine dal sud (248 decessi pari al 25,6%). Tra le città figura in testa Torino con un raddoppio di morti tra gli ultrasettantacinquenni (+108%), seguita da L’Aquila (105,3%), Genova (79,4%), Perugia (75,4%), Milano (69,3%), Bologna (54,5%) e infine Roma (51,5%); una diminuzione, invece, si verificò a Campobasso (-25%), Aosta (-21,7%) e Catanzaro (-15,2%).
In Toscana, secondo un’indagine condotta dall’Agenzia regionale di sanità, in collaborazione con l’Arpat, le cose sono andate un po’ meglio, ma i morti per il caldo ci sono stati comunque, attorno alle 500 unità, con un aumento del 14% della mortalità tra gli ultra 75enni. L’incremento è stato decisamente più marcato nei comuni non capoluogo di oltre 30 mila abitanti (+37%), mentre i comuni capoluogo sono quelli che hanno fatto registrare l’incremento più basso (+9%). Se tra celibi (+22%), separati o divorziati (+23%) e vedovi (+25%) gli aumenti sono stati consistenti, assai più ridotto è invece l’aumento di mortalità tra i coniugi (+6%) a dimostrazione che la solitudine è uno maggiori dei fattori di rischio e in Toscana sono circa 230 mila gli anziani oltre i 74 anni privi di coniuge.
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