Vita Chiesa

Antonelli racconta il «suo» Papa

Il nuovo Papa? «Ha un volto sereno, angelico, due occhi limpidi, nei rapporti personali è molto amichevole. L’immagine severa che alcuni gli attribuiscono, davvero non gli appartiene». Il cardinale Ennio Antonelli, appena rientrato dal conclave, racconta il «suo» Benedetto XVI. Del nuovo Papa, Antonelli ha apprezzato molto il discorso fatto mercoledì mattina, nella Messa di chiusura del conclave: «Mi hanno colpito molto alcuni punti: quando ha detto che l’unico obiettivo del Papa è quello di far riconoscere la presenza di Cristo nella storia. E poi i richiami all’attuazione del Concilio, la forza con cui si è impegnato per l’ecumenismo, il suo pensiero per i giovani».

Il conclave: un momento di unità tra tanti cardinali diversi…

«A Santa Marta c’è stato un bel clima di unità, di comunione, di scambio, di preghiera: la cappella interna era sempre affollata. In Cappella Sistina c’era un clima solenne, di grande responsabilità, si sentiva la presenza del Cristo Giudice che avevamo davanti. Le lunghe pause di silenzio che le operazioni richiedono danno un senso di grande raccoglimento».

Ha avuto modo di incontrare il nuovo Papa: cosa vi siete detti?

«Dopo l’elezione, al momento dell’“obbedienza” ognuno di noi è andato a rendere omaggio al nuovo Pontefice. Il Papa mi ha salutato con grande cordialità, mi ha chiesto di pregare per lui, e anch’io gli ho chiesto di pregare per Firenze. Gli ho assicurato piena unità e consonanza spirituale e pastorale».

Conosceva già Ratzinger?

«Lo avevo incontrato la prima volta a Collevalenza, quando ero un semplice prete, durante un incontro di spiritualità: rimanemmo impressionati dalla sua profondità teologica e dal modo di celebrare l’eucaristia. Poi ho avuto occasione di incontrarlo altre volte, nel corso degli anni».

Come interpreta la scelta del nome?

«Certamente c’è un richiamo a Benedetto XV, il Papa che tanto si è impegnato per la pace, ma anche a San Benedetto, patrono d’Europa, la cui regola si conclude: “Nulla deve essere anteposto a Cristo”. Sono parole che ha citato in questi giorni».

Ha potuto incontrare i cardinali di tutto il mondo. Che idea hanno di Firenze?

«Firenze è un faro di cultura che tutti conoscono e ammirano. Alcuni cardinali mi hanno chiesto notizie sulla causa di beatificazione di Giorgio La Pira. Molti ricordano il cardinale Benelli, che hanno conosciuto a Roma».

Molti chiedono che Giovanni Paolo II sia presto fatto santo. È possibile?

«Non lo sappiamo. Certo il desiderio di vederlo sugli altari è un desiderio comune a tanti, ai vescovi, ai cardinali e al popolo di Dio. Ma la Chiesa è molto scrupolosa nell’esame delle virtù e dei miracoli».R. B.Uno speciale di Toscanaoggisulla figuradi Giovanni Paolo IIcon commenti e servizi