A tutto avrei potuto credere fuorché la diocesi di Firenze ospitasse in una sua struttura, il Convitto della Calza, una manifestazione politica della «Rosa nel pugno» con Enrico Boselli, Emma Bonino, Marco Pannella e Ugo Intini, che stando a quanto ho letto hanno detto di sognare «un paese laico, che sappia restare immune dalle ondate neointegraliste e clericali». E giù con i Pacs, la richiesta di cancellare il Concordato e di penalizzare le scuole paritarie…G.D.FirenzeIl suo stupore credo sia stato quello di tanti, che forse ne sono rimasti anche disorientati. Una struttura come quella della Calza, pur essendo di tipo alberghiero, e quindi aperta a tutti, mal si presta infatti ad ospitare manifestazioni elettorali, di qualunque colore politico. A maggior motivo se la manifestazione è di una forza politica, nata pochi mesi fa dalla fusione dei socialisti di Boselli e dei radicali di Pannella, che si è distinta in questa campagna elettorale solo per un armamentario anticlericale vecchio e trito e che sinceramente pensavamo sepolto dalla storia. Il nostro stupore è stato anche quello dei gestori del Convitto, come spiega il rettore don Gianfranco Lanforti, in un comunicato che pubblichiamo integralmente sulle pagine fiorentine, denunciando la grave scorrettezza compiuta da quella forza politica. La sala, infatti era stata prenotata da tempo dalla segreteria di presidenza della Regione Toscana, per un «corso di aggiornamento». «Mancando i temi e i relatori della serata spiega don Lanforti nei mesi scorsi la segreteria del Convitto aveva più volte invano chiesto informazioni. Solo di fronte ai manifesti già distribuiti siamo venuti a conoscenza che l’iniziativa era un realtà del gruppo consiliare regionale Sdi e a loro abbiamo fatto formale protesta». Claudio Turrini