Toscana
ANSALDOBREDA, PRESIDIO LAVORATORI: ROSSI, NO A SMANTELLAMENTO
(ASCA) – Non molleremo, saremo accanto ai lavoratori dell’Ansaldo Breda fino in fondo. Questa battaglia alla fine la vinceremo, perché non si scherza sul ruolo che l’industria deve svolgere per lo sviluppo del territorio e dell’occupazione in un momento di crisi come questo. Dovranno passare sopra di noi se intendono smaltellare la Breda e il sistema ferroviario della Toscana. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, stamani al presidio di lavoratori, organizzazioni sindacali e politiche di tutti gli schieramenti, enti locali, indetto dal Comune di Pistoia dopo le ipotesi di vendita del comparto produttivo ferroviario avanzate dall’AD di Finmeccanica Orsi. Oggi, davanti a questo stabilimento c’é unita tutta la Toscana – ha proseguito Rossi -, il messaggio che lanciamo è un no deciso a qualsiasi forma di compressione produttiva di Ansaldo Breda. E di un no ad altre chiacchiere; il governo possiede la golden share di Finmeccanica e deve svolgere il suo ruolo di proprietario di Finmeccanica, predisporre il rilancio produttivo del comparto ferroviario che è un settore moderno, strategico per far ripartire l’economia sia a livello regionale che nazionale. Altro che vendita! Quindi basta con le promesse, con dichiarazioni generiche. Occorre una svolta che adegui il nostro paese al resto dell’Europa, e il ruolo di Breda è centrale. Entro il 2014 deve consegnare a Trenitalia i convogli AV, e poi dovrà contribuire a rafforzare il sistema del trasporto regionale. Solo in Toscana saranno novanta i treni previsti dalla gara che bandiremo a settembre. Rossi ha sottolineato come la Toscana sia da considerare il distretto ferroviario nazionale di punta, di filiera completa, dove si realizzano le migliori rotaie d’Europa, si costruiscono treni e metropolitane, si farà ricerca e sperimentazione del materiale rotabile, riferendosi all’Osmannoro. Attendo di incontrare al più presto l’amministratore delegato Orsi, come gli ho chiesto, e anche i ministri dell’industria e del tesoro. Occorrono scelte chiare a favore di un comparto produttivo indispensabile per far ripartire l’economia, quindi basta con le altalene di promesse e dichiarazioni contraddette il giorno dopo.