Incontro formativo in stile laboratorio che vedrà la partecipazione come relatori di suor Giancarla Barbon e padre Rinaldo Paganelli, stimati catecheti che hanno già avuto modo in passato di lavorare con i catechisti della nostra diocesi e che seguono da vicino la giovane Equipe dell’Ufficio Catechistico Diocesano.Il convegno è un appuntamento importante nel cammino verso Verona e punta a far riscoprire ai catechisti il valore dell’annuncio nel nostro tempo e a renderli coscienti della centralità della proposta di Gesù risorto in ogni forma di catechesi. Alla base di ogni annuncio, infatti, c’è un incontro con il Risorto, un’esperienza forte che ha toccato nel profondo e ha cambiato chi decide di farsi annunciatore. Cristo Risorto cambia la vita e incontrarlo significa dare un volto nuovo alla propria esistenza: la persona triste si fa gioiosa, chi ha paura acquista coraggio, gli increduli credono, chi è insicuro diventa fiducioso e i lontani fanno ritorno. In ogni caso, dopo aver incontrato il Cristo risorto tutti sentono il bisogno di annunciarlo e non possono fare a meno di condividere con gli altri l’esperienza fatta, spinti da un entusiasmo così forte da rendere gioioso e coinvolgente il racconto per coloro che li ascoltano. Il Risorto fa ardere il cuore nel petto non solo ai discepoli di Emmaus, ma anche a tanti altri testimoni che lo hanno annunciato nel corso della storia e che continuano ad annunciarlo ancora oggi «stupiti», «meravigliati», «con grande gioia», e «senza indugio», come riportano le Scritture.E se l’incontro con il Risorto cambia la vita la risurrezione fonda l’identità dell’evangelizzatore e del catechista. La risurrezione è il contenuto dell’annuncio e tutti i testi di catechismo pongono al centro della proposta catechistica l’annuncio della risurrezione. Una proposta catechistica è vana se non propone il Kèrigma, la persona di Gesù vivente e presente in mezzo a noi. Come proporre il Cristo risorto sono le Scritture stesse a suggerirlo, attraverso i racconti delle apparizioni di Gesù: la testimonianza è la chiave dell’annuncio e il modo in cui si svolge è una preziosa indicazione a livello metodologico. Il racconto del Risorto è fatto di segni che indicano una presenza-assenza (la tomba vuota, il sudario e le bende, gli angeli e gli uomini vestiti di bianco, le porte chiuse che fanno passare), di incontri che poi narrano, dicono, diffondono (le donne, Maria di Magdala, i discepoli di Emmaus, Pietro e Giovanni), di relazioni che si intrecciano e di stati d’animo che muovono l’azione (stupore, meraviglia, gioia). Gli stessi segni, gli stessi incontri, le stesse relazioni e soprattutto gli stessi stati d’animo sono anche oggi alla base dell’annuncio catechistico.Gesù Risorto è la speranza del mondo e annunciarlo significa testimoniare la speranza. La catechesi è, in ultima analisi, un messaggio di speranza e questo convegno vorrebbe rendere consapevole ogni catechista dell’importanza di farsi testimone del Risorto per diffondere la speranza annunciando Cristo.Daniela Bartolini