Vita Chiesa

ANNO DELLA FEDE: NOTA DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

Suggerimenti pratici per vivere al meglio l’Anno della fede indetto da Benedetto XVI con la Lettera apostolica “Porta fidei” l’11 ottobre scorso. Una serie di indicazioni e iniziative da promuovere per favorire ciò che al Papa, fin dall’inizio del suo Pontificato, “sta più a cuore” e cioè “l’incontro con Gesù Cristo e la bellezza della fede in Lui”. Si presenta così la “Nota con indicazioni pastorali per l’Anno della fede”, (testo integrale) redatta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede che sarà pubblicata il 7 gennaio prossimo. “La Chiesa – si legge oggi in un comunicato di annuncio della Santa Sede – è ben consapevole dei problemi che oggi la fede deve affrontare e sente quanto mai attuale la domanda che Gesù stesso ha posto: ‘Il Figlio dell’uomo, quando tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?’ (Lc 18, 8)”. Per questo, “se la fede non riprende vitalità, diventando una profonda convinzione ed una forza reale grazie all’incontro con Gesù Cristo, tutte le altre riforme rimarranno inefficaci”. Nell’introduzione la Congregazione per la dottrina della fede si ricorda come l’inizio dell’Anno della fede coincide con il ricordo di due grandi eventi che hanno segnato il volto della Chiesa: il 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II (11 ottobre 1962), e il 20° anniversario della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica (11 ottobre 1992). Riguardo al Concilio Vaticano II, la Nota sottolinea: “Sin dall’inizio del suo Pontificato, Papa Benedetto XVI si è impegnato decisamente per una corretta comprensione del Concilio, respingendo come erronea la cosiddetta ‘ermeneutica della discontinuità e della rottura’ e promuovendo quella che lui stesso ha denominato ‘l’ermeneutica della riforma’, del rinnovamento nella continuità”. Da qui il “catechismo della Chiesa cattolica” che viene presentato come un “autentico frutto del Concilio Vaticano II” posto in linea di “tale rinnovamento nella continuità”. La Nota articola poi le sue proposte in quattro livelli, coinvolgendo così nel progetto la Chiesa universale, le Conferenze Episcopali, le diocesi, le Parrocchie, le comunità, le associazioni e i Movimenti. Vengono auspicate iniziative ecumeniche per “invocare e favorire il ristabilimento dell’unità fra tutti i cristiani”. Si auspica “un ampio uso dei linguaggi della comunicazione e dell’arte, trasmissioni televisive o radiofoniche, film e pubblicazioni, anche a livello popolare e accessibili a un ampio pubblico”. A livello diocesano, si chiede di considerare l’Anno della fede come “rinnovata occasione” per promuovere simposi e giornate di studio. Alle parrocchie invece la proposta centrale rimane la celebrazione della fede nella liturgia, e in particolare nell’Eucaristia.