Voglio essere franco. Le vostre lotte sulle questioni relative alla Comunione che intaccano profondamente l’unità della Comunione Anglicana, riguardano tutti noi. Lo ha detto il card. Cormac Murphy-O’Connor, primate della Chiesa cattolica in Inghilterra, prendendo questo pomeriggio la parola al Sinodo generale della Chiesa di Inghilterra. Il cardinale ha assicurato che da parte della Chiesa cattolica c’è il desiderio di un approfondimento e non una diminuzione della comunione tra le due Chiese. Ed ha aggiunto: Le divisioni all’interno di qualsiasi Chiesa o comunità ecclesiale impoverisce la comunione di tutta la Chiesa. Noi cattolici romani non possiamo rimanere indifferenti di fronte a ciò che sta accadendo ai nostri amici nella Comunione Anglicana e, in particolare, nella Chiesa d’Inghilterra. Tutto ciò che posso dire – e non vorrei essere frainteso – è che è solo nella più piena e profonda unità si rivelano la verità e le esigenze del Vangelo In questo senso, l’unità è un prerequisito per la verità e non ci si deve accontentare di meno, anche se ciò richiede tempo. Dove porterà tutto questo?, ha domandato il cardinale, che riguardo all’impegno ecumenico, ha voluto precisare: Prima di tutto, devo dire che non si può rinunciare a tale obiettivo, anche se sembra ancora così lontano. La piena comunione è qualcosa di più che riscoprire una storia condivisa o riscoprirsi compagni di sentimento. Nel suo intervento (il primo ad un sinodo anglicano), il card. Murphy-O’Connor ha parlato dell’ ecumenismo spirituale come cuore del movimento ecumenico. Ed ha aggiunto: Piuttosto che concentrarsi principalmente sulla convergenza dottrinale, è altresì importante promuovere l’ecumenismo spirituale come dialogo di vita che dà spazio ad uno scambio di doni spirituali e arricchisce reciprocamente perché aiuta a conoscere e apprezzare i tesori dell’altro. Il cardinale ha quindi sottolineato quanto questo scambio di doni sia cruciale qui nel nostro paese. L’Inghilterra è terra ecumenica e spetta a noi qui impostare il tono e lo stile, nonché dare impulso a ciò che può portare avanti il nostro cammino ecumenico. Le nostre due chiese, mi sembra, sempre più spesso devono affrontare insieme le sfide di una società sempre più secolarizzata. E tutto questo sottolinea il fatto che come ho potuto io stesso sperimentare, siamo fratelli e sorelle in Cristo, un popolo che ha la stessa missione, quella di portare il Vangelo al mondo di oggi. Penso che questo sia estremamente importante e motivo di grande speranza.Sir