La dissoluzione pezzo per pezzo della Comunione anglicana. A lanciare l’allarme parlando di pericolo reale – è stato ieri sera l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams in apertura del Sinodo generale della Chiesa di Inghilterra. Tra le questioni messe in programma per le discussioni sinodali figura la Anglican communion covenant, il documento allo studio ormai da 7 anni che cerca di stabilire un patto all’interno della Comunione anglicana per mantenere vivo il dialogo tra le diverse province che la compongono, su questioni come le unioni tra gay e l’ordinazione di sacerdoti omosessuali. “E’ un’illusione pensare ha detto Williams – che senza alcuni cambiamenti, la Comunione possa procedere come al solito, ed è una illusione ancora più grande pensare che la Chiesa d’Inghilterra possa in qualche modo eludere l’intero processo. Il fatto è che certe decisioni, prese in qualche provincia, riguardano tutti. Possiamo pensare che non dovrebbe accadere, ma invece semplicemente accade. Se ignoriamo questo, ignoriamo che siamo già in un pericolo reale, la dissoluzione pezzo per pezzo della Comunione. Willaims ha quindi ricordato come il Covenant sia un testo al quale hanno lavorato teologi di diverse visioni, tra cui anche molti del Nord America. Il testo ha tenuto a precisare l’arcivescovo di Canterbury non inventa una nuova ortodossia o un nuovo sistema di politica dottrinale o un’autorità centralizzata. Non intende ignorare alcuna autonomia prevista in modo canonico ad ogni provincia. Non è quindi uno strumento di esclusione e di tirannia”. E’ piuttosto un patto con il quale le Province promettono di consultarsi prima di approvare sviluppi teologici o dottrinali che potrebbero provocare l’opposizione di altre province. E riconosce che, anche dopo la consultazione, si può rimanere in disaccordo ma si assume la responsabilità che tale disaccordo potrebbe causare la rottura di alcuni aspetti della comunione, e che questo necessita di essere gestito con cura e con ordine. Nel suo lunghissimo intervento Williams ha fatto riferimento alla grande rottura provocata nella Comunione anglicana dalla discussione relativa alle unioni omosessuali. Il rischio di rottura è già una realtà, ha detto Williams e ciò richiede di non fare errori. Dire sì al Patto non significa legarsi le mani. Ma è riconoscere che abbiamo la possibilità di legarci le mani, se giudichiamo, previa consultazione, che gli effetti di divisione sono troppo costosi”. Sono stati la Regina Elisabetta e l’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, ad aprire ieri pomeriggio nella Church House a Westminster il Sinodo generale della Chiesa di Inghilterra ed entrambi nei loro discorsi inaugurali hanno ricordato con riconoscenza la recente visita di Benedetto XVI nel Regno Unito. In un tempo di profonda crisi finanziaria ha detto Williams la Chiesa è chiamata ad essere una presenza cristiana nel mondo e a lavorare per il bene comune. E a questo proposito, ha aggiunto: Stiamo ancora esplorando le conseguenze positive di questa visita rispetto alla testimonianza del Vangelo in questo Paese. Nel dare il via ufficiale ai lavori del Sinodo, la Regina ha aggiunto: nella nostra società secolarizzata il ruolo della religione è divenuto questione centrale. E’ ormai riconosciuto il fatto che le genti di fede sono veicolo di valori e che la prosperità di una nazione dipende anche dal contributo di individui e gruppi di tutte le religioni. La recente visita di Sua Santità il Papa ci ha ricordato che le Chiese cristiane e le grandi tradizioni religiose hanno la grande potenzialità di ispirare sentimenti di grande entusiasmo, di lealtà e la preoccupazione per il lavoro per il bene comune. Poi facendo riferimento alle importanti decisioni che dovrà prendere il Sinodo, la Regina ha augurato saggezza per equilibrare il cambiamento con la continuità.Sir