Vita Chiesa
Andiamo con gioia incontro al Signore!
L’Anno liturgico è per noi cristiani l’occasione propizia – il kairòs – per entrare nel tempo di Dio, ovvero nel mistero di Cristo senso e pienezza di ogni umana stagione, che viene reiteratamente celebrato nella Chiesa e a tutti offerto come invito all’incontro con il Vivente nella storia e oltre la storia.
Dall’attesa della sua venuta nell’Incarnazione alla celebrazione della Pasqua – fino al compimento dell’ascensione e dell’effusione dello Spirito a pentecoste, al tempo Ordinario, la liturgia è occasione sempre nuova di conoscenza e di esperienza del Mistero nel cammino della vita che con immagine biblica potremmo paragonare all’ascesa verso il «santo monte», ossia verso la pienezza dell’incontro con Dio.
Di questa ascesa il tempo forte di Avvento, con i suoi accenti vigiliari che scandiscono l’attesa, l’ardore del desiderio spirituale e il rinnovato invito a una degna preparazione ci appare simbolo prezioso, quasi una viva icona entrando nella quale siamo come trasportati in cima al monte, ammessi alla visione del cammino di tutti i popoli verso il punto omega della storia.
Anticipa il profeta: «Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà eretto sulla cima dei monti e sarà più alto dei colli; ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore…» (Is. 2,2-3).
Sì, di giorno in giorno, nella fede, nell’ascolto della Parola, nell’impegno delle buone opere, saliamo al monte del Signore per incontrarlo e contemplare il suo volto nella gioia. Viviamo con fervore questo tempo che ci invita a progredire verso la misura alta di una vita che si protendo alla comunione piena e definitiva con Dio.
Se infatti nel Natale si rinnova il mistero del suo venire nel tempo e nella storia – e con quale stupore ci fermiamo in questo giorno santo a contemplare l’irriducibile amore per la creatura che porta in il Verbo a porre la tenda in mezzo a noi, a divenire piccolo bambino per liberarci dalla paura e colmare della sua grazia la nostra sostanziale indigenza umana – la stessa celebrazione rimanda a un’altra nascita: quella del giorno ultimo, dies natalis, in cui noi andremo incontro a lui e con i nostri stessi occhi potremo contemplarlo non da stranieri (cfr Gb 19,26-27) ma da amici e familiari. Incontro nuziale cui la vita ci prepara nel paziente scorrere dei giorni, nelle gioie e nelle prove in cui si forgia la speranza.
Ecco l’Avvento, tempo di preparazione, di suggestiva nostalgia della visione.