Italia
Ancora tragedia nel Canale di Sicilia, 29 migranti morti
La tragedia è iniziata la notte scorsa, quando due motovedette della Guardia Costiera sono salpate da Lampedusa alla volta di un barcone stracarico di extracomunitari segnalato di fronte alle coste della Libia. A bordo dell’imbarcazione c’erano 105 persone che sono state trasbordate sui mezzi italiani prima che questi facessero rotta verso Lampedusa. Qui i soccorritori hanno fatto la prima scoperta: per sette persone, il freddo del Canale di Sicilia era stato fatale. Le difficili condizioni del mare, con onde alte una decina di metri, la pioggia e il vento freddo ha resto la traversata delle motovedette estremamente difficile. Durante il viaggio, altri 22 immigrati non hanno retto, e sono giunti senza vita a Lampedusa. Sulla maggiore delle Pelagie, gli uomini della Guardia medica hanno prestato immediatamente soccorso ai superstiti, che presentavano sintomi di ipotermia, mentre da Palermo l’Asp ha predisposto un piano d’intervento.
Si dice «sconvolto» il direttore sanitario di Lampedusa Bartolo Sammartino. Il medico, che da anni presta servizio sulla maggiore delle Pelagie, oggi pomeriggio ha rivissuto l’incubo della tragedia che il 3 ottobre 2013 costò la vita a 366 migranti, morti nel naufragio del loro barcone di fronte all’isola dei Conigli. «Con l’operazione ‘Mare Nostrum’ forse questa tragedia si poteva evitare – ha detto il medico raggiunto telefonicamente – Si vanno a recuperare così a largo i migranti per poi portarli sulla terraferma, senza poterli immediatamente mettere al sicuro a bordo delle navi della Marina».