Vita Chiesa

Anche la Toscana piange frère Roger

di Stefano Giacomelli«Ma si passa a Taizé come si passa accanto ad una fonte…». Sono le parole che Giovanni Paolo II usò per definire la comunità di Taizé quando vi si fermò nel 1986 durante una visita pastorale in Francia. Queste sono anche le parole che più spesso ho sentito ripetere dalle centinaia di persone che ho conosciuto sulla collina della Borgogna, dove è nata più di 60 anni fa e vive ancora la comunità ecumenica di Taizé. Perché da Taizé, come spesso viene ripetuto dai fratelli della Comunità ai giovani che lì vi si recano per una o più settimane, si passa. Ma poi è chiesto di «tornare a valle», nelle proprie città, comunità, associazioni, famiglie, a vivere nel proprio quotidiano quella esperienza di accoglienza, comunione, preghiera che si è vissuto. Questa è forse una delle peculiarità più originali di Taizé: quella di non creare un ulteriore movimento, di non dividere ulteriormente la Chiesa, ma di proporre, a chi vi si reca, spunti per creare una vera Comunione con i fratelli là dove viviamo.

Probabilmente quando nel 1940 frère Roger, figlio di un pastore protestante svizzero, in pieno conflitto mondiale, decise di acquistare una casa abbandonata nella Francia occupata per poter accogliere chi scappava dalle persecuzioni naziste, non s’immaginava quanta strada quella piccola comunità avrebbe fatto. Ma già allora c’erano tutti i semi che poi sarebbero fioriti e che ancora attendono di maturare. L’accoglienza semplice del fratello in difficoltà, senza guardare alla sua provenienza (da Taizé sono passati prima gli ebrei perseguitati dai nazisti e poi, alla fine della guerra, i soldati tedeschi di un vicino campo di prigionia), l’ascolto, il rispetto di ciascuna sensibilità. Per discrezione nei confronti di chi era accolto, frère Roger pregava da solo, andava a cantare da solo lontano dalla casa, nel bosco. Affinché i rifugiati, ebrei o agnostici, non si trovassero a disagio, Geneviève, la sorella che ha accompagnato sin dall’inizio Roger, spiegava ad ognuno che era meglio per chi lo desiderava pregare da solo nella propria stanza.

Poco alla volta qualche altro giovane venne ad unirsi ai primi fratelli, cattolici e di diverse origini evangeliche, provenienti da oltre venticinque nazioni. Con la sua stessa esistenza, la comunità è un segno concreto di riconciliazione tra cristiani divisi e tra popoli separati. I fratelli vivono unicamente del loro lavoro. Non accettano nessun regalo. Non accettano per se stessi nemmeno le proprie eredità personali, la comunità ne fa dono ai più poveri.

Dagli anni 1950, dei fratelli andarono a vivere in luoghi svantaggiati del mondo per essere testimoni di pace, per stare accanto a coloro che soffrono. Oggi, in piccole fraternità, alcuni fratelli vivono in quartieri poveri in Asia, Africa, America Latina. Cercano di condividere le condizioni d’esistenza di coloro che li circondano, sforzandosi d’essere una presenza d’amore accanto ai più poveri, ai bambini di strada, carcerati, moribondi, a chi è ferito nel più profondo per le lacerazioni affettive, gli abbandoni umani. Dalla fine degli anni 1950, cominciò ad arrivare un sempre maggior numero di giovani. A partire dal 1962, dei fratelli e dei giovani, mandati da Taizé, non hanno mai smesso di andare e venire dai Paesi dell’Est Europa, per visitare con la massima discrezione chi era rinchiuso all’interno dei propri confini. Ora che i muri sono caduti e che i viaggi tra l’Europa dell’Est e dell’Ovest sono diventati più facili, i contatti con i cristiani d’Oriente, che erano sempre stati importanti, sono accresciuti in modo significativo.

La comunità durante tutto l’anno accoglie in maniera molto semplice chi, in special modo i giovani, desidera passare una settimana nell’ascolto della parola di Dio, nel confronto con i fratelli, di confessioni e paesi diversi, nella preghiera che dà il ritmo alle giornate di Taizé con i 3 momenti comunitari: mattina, pranzo e sera. Proprio durante la preghiera della sera frère Roger ha perso la vita per mano di una giovane squilibrata rumena.

Durante queste settimane, agevolati anche dalla natura bellissima e tranquilla della Borgogna, si incontrano, nell’ascolto reciproco, giovani dal mondo intero, si scopre che possono sorgere dei percorsi di unità, pur nel rispetto della diversità delle culture e delle tradizioni cristiane. Ciò costruisce solide fondamenta per essere creatori di fiducia e fermenti di pace in un mondo ferito dalle divisioni, dalle violenze e dall’isolamento. La comunità organizza poi, nel periodo di capodanno, un incontro in una grande città europea che, nei suoi tempi, ricalca le giornate che si vivono a Taizé, con in più la ricchezza di essere accolti nelle comunità, se non nelle famiglie della città. Anche questo fa parte del cammino di fiducia sulla terra!

Pur non volendo creare nuovi gruppi, dove esiste una tradizione di persone che si recano a Taizé, i giovani si ritrovano per pregare insieme seguendo lo stile semplice proposto dalla Comunità, con i caratteristici canoni (brevi brani delle Sacre Scritture o delle parole dei Santi) cantati ripetutamente come all’infinito, così da poterne interiorizzare il messaggio, brevi letture e il silenzio. In queste occasioni ci si prepara e ci si iscrive agli incontri internazionali. Questo anno l’appuntamento è a Milano, dal 28 dicembre 2005 al 1 gennaio 2006. Per maggiori informazioni, si può consultare il sito della comunità www.taize.fr

Una folla da tutto il mondo ai funerali«La primavera dell’ecumenismo è fiorita qui». Spesso Frère Roger ripeteva queste parole: “Dio è unito a ogni essere umano, senza eccezioni”. Questa convinzione ha sostenuto e sosterrà la vocazione ecumenica della nostra piccola comunità». Queste le parole con cui Fratello Alois, successore di Frère Roger Schutz, ha dato l’estremo saluto al fondatore della comunità di Taizé, ucciso il 16 agosto da una squilibrata, durante i funerali che si sono svolti martedì 23 agosto nella chiesa della riconciliazione nella località del sud della Borgogna. Tra le migliaia di persone che gremivano la chiesa erano presenti anche alte personalità politiche e religiose, tra cui il pastore Jean-Arnold de Clermont, presidente della Federazione protestante di Francia e della Conferenza delle Chiese europee, il vescovo luterano Huber e l’arciprete Mickail Gundiaev, rappresentante del Patriarca ortodosso di Mosca. Alla celebrazione hanno partecipato anche i rappresentanti dei molti gruppi di preghiera attivi in Toscana che si ispirano allo stile di Taizé. Il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, ha presieduto la cerimonia funebre: «La primavera dell’ecumenismo – ha detto il porporato – è fiorita sulla collina di Taizé». Al termine della cerimonia, sotto una pioggia incessante, la salma di Frère Roger, deposta su un catafalco bianco come il suo abito, è stata inumata nel cimitero del villaggio. I gruppi in ToscanaIn Toscana le preghiere si svolgono in quasi tutti i capoluoghi di provincia e si può far riferimento ai vari responsabili per avere ulteriori informazioni. • FIRENZE: S.Martino a Montughi, via Stibbert davanti al museo, 2° giovedì del mese ore 21,15Pierluigi Braccini, tel. 3280536882, firenzetaize@altervista.org, www.firenzetaize.altervista.org • VALDARNO: Cappella della Mota, Figline, ultimo venerdì del mese ore 21Valentina Bensi, tel. 055.95.00.118, valeflavio@tin.it • PISA: Convento dei Frati Minori S.Croce in Fossabanda, p.zza Santa Croce, 12, 3° venerdì del mese ore 21,30Michela Mei, tel. 339.7083219, m.mei@tiscalinet.it, http://pisataize.interfree.it • PISTOIA: Monastero suore clarisse, secondo venerdì del meseAndrea Rossini, tel. 0573.53.30.00, rosso73@hotmail.com • AREZZO: Cappella del seminario Vescovile, prima domenica del mese ore 21,15Federico Bindi, tel. 0575.90.29.65, federico.bindi@inwind.it • LUCCA: S.Cristoforo, 1° lunedì del mese ore 21Emanuela Benvenuti, tel. 338.2352611, e.benvenuti@comune.lucca.it • PRATO: parrocchia di Montemurlo, ogni mercoledì ore 21,15Massimo Gori, tel. 0574.79.03.43, max_gori@yahoo.it

Dalla sua testimonianza una comunità aperta a tutti