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«Amoris laetitia», come annunciare il Vangelo della famiglia agli uomini d’oggi
Il testo di Francesco sfugge, però, a questo genere di esemplificazioni e valuta l’amore di cui gli uomini sono capaci come un’espressione della loro intima natura, rispetto alla quale la Chiesa è chiamata a parlare il linguaggio del suo Signore.
Guardando all’impianto complessivo dell’esortazione emerge la volontà di assumere una prospettiva propriamente pastorale, per la quale diventa essenziale non una nuova discussione degli aspetti dottrinali, su cui si fonda il matrimonio come sacramento cristiano, o del modo in cui questo si rapporta al carattere «naturale» dell’unione fra uomo e donna. Di fronte all’amore sponsale e al fatto che Dio assume questa realtà umana come luogo della grazia, la Chiesa si chiede come annunciare il Vangelo della famiglia agli uomini d’oggi. Si tratta di un’impostazione che traduce sul piano dell’azione pastorale quello che era stato il motivo ispiratore del Concilio Vaticano II: non definire nuovi dogmi o pronunciare condanne ma individuare le forme con cui annunciare agli uomini d’oggi il Cristo risorto. La famiglia è il terreno su cui oggi, più chiaramente, emerge l’esigenza di tornare a utilizzare di nuovo il lessico del Vangelo, che spinge a pensare l’amore sponsale oltre la dimensione giuridica, in quel complesso di rapporti che accompagna ogni stagione della vita dell’uomo.
La Chiesa di Amoris laetitia è quindi una Chiesa pienamente calata nella storia e dunque portata ad assumere in pienezza la propria natura missionaria e sinodale. Se, infatti, l’annuncio del kerygma è il compito essenziale dei credenti, il modo in cui farlo dipende dalla natura stessa di quell’annuncio. Il Vangelo della famiglia, che è esperienza della libertà che viene dal Cristo e della dimensione comunitaria della fede, è il centro di un cammino di discernimento lungo due anni, che ha investito la Chiesa portandola a ricercare l’alfabeto con cui rivolgersi alle famiglie, agli sposi, alle persone che soffrono il fallimento di un amore o il suo rifiuto. L’esortazione apostolica è l’ultimo tassello di un percorso ed è il punto di sintesi pastorale di molteplici tappe, esemplificate dai due documenti finali votati dai sinodi del 2014 e del 2015. In questo senso, Amoris laetitia è un testo sinodale, un documento corale che parla il linguaggio di una Chiesa che nel Vangelo che le è stato affidato ritrova tutta la ricchezza e la varietà della dimensione sponsale.
Nella logica della misericordia che sottende il testo di Francesco focalizza così l’attenzione sulla concezione evangelica della famiglia, quale luogo in cui l’uomo e la donna fanno esperienza delle sofferenze e delle gioie. Per questo l’esigenza che il documento pone alla Chiesa non si colloca sul piano della difesa di un istituto di «diritto naturale», quanto piuttosto sulla prossimità agli uomini e alle loro storie, soprattutto alle loro fatiche e ai loro fallimenti. È questo l’atteggiamento e lo stile che rendono la Chiesa fedele a quel Gesù che si fermava nelle case degli ultimi, dei peccatori e dei pubblicani per annunciare con parole e gesti un Dio che è misericordia