Gli indigeni e i campesinos rappresentano un’alta percentuale della popolazione in America Latina. Il rapido processo di urbanizzazione del continente e l’imposizione della cultura post-moderna hanno isolato questi popoli dal contesto sociale e dallo sviluppo al quale altri hanno potuto accedere. Hanno in tal modo subito una vasta emarginazione e la mancanza di protezione, perdendo ingiustamente, tante volte, la proprietà delle loro terre: lo scrive in una nota la Fondazione Populorum Progressio, che ha riunito dal 9 all’11 luglio a Guadalajara (Messico), il proprio consiglio di amministrazione per decidere, tra l’altro, sulla assegnazione di fondi per progetti di sviluppo delle popolazioni latino-americane. All’incontro erano presenti il card. Juan Sandoval Íñiguez, arcivescovo di Guadalajara (Messico), riconfermato per l’occasione presidente dell’organismo vaticano, voluto da Papa Giovanni Paolo II e istituito nel 1992, e i vescovi di vari paesi chiamati a farvi parte. Tra di loro è stato scelto come vice-presidente mons. Edmundo Luis Abastoflor Montero, arcivescovo di La Paz (Bolivia). Durante l’incontro sono stati approvati 200 progetti dei 230 presentati da missionari e gruppi operanti in America Latina e nei Caraibi. Rispetto a un importo economico totale di 2,687 milioni di dollari per i 230 progetti presentati alla Fondazione Populorum Progressio, il consiglio ne ha approvati 200 per un valore di 2,108 milioni di dollari. Come illustra la nota, a presentare il maggior numero di iniziative sono stati il Brasile (39), la Colombia (35), il Perù (27) e l’Ecuador (18). Della somma distribuita, una parte rilevante è frutto della generosità della Chiesa italiana e della sua Conferenza Episcopale, dice il documento. Nei 16 anni di operatività della Fondazione sono stati donati più di 24 milioni di dollari per un totale di 2200 progetti sostenuti. La fondazione chiede che gli stessi progetti siano vagliati e approvati dai vescovi delle diocesi interessati, per avere una garanzia sulla bontà delle iniziative. I campi di intervento sono stati i seguenti: 29,90% produzione agro-pastorale e micro-imprenditoriale; 33,20% infrastruttura comunitaria: acqua potabile, recinzioni, latrine e ambienti comunitari; 19,46% costruzione di scuole, alloggi o dispensari; 12,30% educazione: formazione professionale, comunicazione, attrezzature, pubblicazioni; 5,14 % sanità: strumentazione sanitaria e formazione del personale.Sir