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Ambiente, summit a Parigi. Patriarca Bartolomeo, appello per «conversione cuori»
Si è aperto stamani a Parigi il «Sommet des Consciences» per il clima promosso in vista della Conferenza sui cambiamenti climatici che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre. Presenti anche il Patriarca Bartolomeo I e il card. Peter Turkson
«Abbiamo bisogno di tutti per raggiungere questi accordi». Lo ha detto il presidente della Repubblica francese François Hollande aprendo questa mattina a Parigi il «Sommet des Consciences» per il clima promosso in vista della Conferenza sui cambiamenti climatici che si terrà a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre e dell’approvazione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
Tra i partecipanti al Summit di Parigi in corso oggi presso la sede del Cese ci sono il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio giustizia e pace, e il rabbino David Rosen, direttore internazionale degli Affari interreligiosi dell’American Jewish Committee. L’obiettivo «ambizioso» della Conferenza di Parigi – ha detto Hollande – è di raggiungere un accordo che possa essere «globale», che possa applicarsi «dappertutto» e possa «essere rispettato». Ma per realizzarlo – ha aggiunto – abbiamo bisogno «dei capi di Stato e di governo», di «attori locali che si impegnano», di «imprese». «E abbiamo anche bisogno dei cittadini del mondo. Nessuno può pretendere di rappresentarli. Sono essi unici e molteplici, miliardi di individui che si interrogano sul destino dell’essere umano. Eppure – ha quindi aggiunto rivolgendosi ai leader religiosi – in un certo senso, siete voi che li rappresentate. Si riconoscono nelle convinzioni che esprimete, nei culti che praticate, nelle filosofie che condividete, nelle culture che voi incarnate».
Per questo motivo, «facciamo appello a tutti coloro che nel mondo possono ispirare, possono comunicare, parlare, esprimere ciò che pensano su ciò che dobbiamo fare». «La scienza è preziosa – ha quindi fatto notare il presidente francese – e la scienza oggi ci indica che se non si fa nulla, il pianeta si riscalderà con un livello ed una intensità da rendere difficile la sopravvivenza». Ma la posta in gioco è alta e «obbliga la mobilitazione e l’impegno di tutti».
Hollande ha quindi fatto appello alle «autorità morali e religiose» perché aiutino gli Stati a tracciare un cammino di sviluppo futuro compatibile con la natura. Ed ha aggiunto a questo punto: «Ho letto l’enciclica di papa Francesco che propone a tutti gli esseri umani di entrare in dialogo con tutti per ciò che concerne la nostra casa comune. Questo testo offre riflessioni preziose» sul tema dell’ecologia. «Questo summit delle coscienze prende atto di questo contributo. Parte dalla constatazione che la crisi climatica e più ampiamente la crisi ecologica non si riducono ad una dimensione scientifica e tecnologica, economica o politica ma si tratta di una crisi di senso. La causa profonda della degradazione ambientale e del clima si trova nel modo di vivere, produrre, conservare che non è più compatibile con lo sviluppo umano».
Bartolomeo, appello alla conversione dei cuori. «La nostra epoca sta affrontando una sfida unica. Mai in passato, durante la lunga storia del nostro pianeta, gli uomini e le donne si sono trovati al punto di rendere possibile la distruzione del proprio ambiente e la propria specie». Con questo «grido di allarme» ma anche con un appello alla «conversione dei cuori», all’«educazione» delle coscienze e all’azione comune il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I si è rivolto questa mattina a Parigi ai partecipanti al «Summit delle coscienze».
«Mai prima, nella lunga storia di questo pianeta – ha detto il Patriarca Bartolomeo -, gli ecosistemi della terra non sono mai stati confrontati con un danno quasi irreversibile di tale portata. Questo è il motivo per cui è nostra responsabilità far fronte a questa sfida unica per adempiere il nostro dovere verso le generazioni future. Per questo motivo dobbiamo impegnarci». Nella sua allocuzione il Patriarca ha dedicato un intero paragrafo al ruolo svolto da papa Francesco citando la sua ultima enciclica «Laudato Si». Il Patriarca definisce il papa «un fratello di anima».
Ed aggiunge: insieme il Papa e il Patriarca invitano le «chiese sorelle di Roma e di Costantinopoli» ad approfondire come spazio di azione ecumenica, «il loro impegno comune a favore della nostra casa comune con la preghiera e l’azione». Il ruolo delle religioni e del cristianesimo in particolare – ha detto Bartolomeo – è proprio quello di «trasfigurare» con la fede «il pericolo in una chiamata alla conversione dei cuori». «Occorre comprendere la conversione dell’essere interiore come il punto di partenza per una conversione esteriore». «Gli scienziati – osserva il Patriarca – sottolineano instancabilmente la necessità di un cambiamento radicale nel nostro stile di vita, al fine di ridurre le attività inquinanti che influenzano i cambiamenti climatici». Si tratta di mettere in atto una «inversione di tutto l‘essere» che il cristianesimo chiama «metanoia» e di «esaminare costantemente le nostre esigenze, al fine di separare ciò che è bramosia e ciò che è buono». «Tale è il senso dello sforzo che ci attende tutti: uscire dall’egoismo nel quale l’inerzia delle nostre abitudini ci ha fatto cadere, e scoprire la libertà sobria che ci conduce ad una conversione del cuore».
Card. Turkson: in gioco l’avvenire del pianeta. «In gioco c’è l’avvenire del pianeta che è la nostra casa comune» e «l’ostacolo principale è nel nostro cuore. Bisogna prendere delle decisioni per cambiare traiettoria», ha detto il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio giustizia e pace, intervenendo questa mattina a Parigi al «Summit delle coscienze». L’intervento di Turkson è ruotato attorno all’Enciclica «Laudato Si’». Se nel passato si utilizzava il termine «protezione», l’espressione più usata dal Papa nella Enciclica è «cura», che significa – ha sottolineato il cardinale – «avere a cuore il destino della nostra casa comune»: «Nulla è possibile senza un impegno profondo e personale – ha detto Turkson – e quando l’uomo ha a cuore qualcosa, la protegge con passione e impegno». Il Papa invita il mondo a non «accontentarsi» delle «belle idee» ma chiede di trasformarle in realtà. «Abbiamo fatto degli errori che hanno aumentato il disastro ambientale» e questi errori hanno radice – ha spiegato Turkson – «in una cultura del consumismo che non ha tenuto conto delle conseguenze che il progresso tecnico e tecnologico può avere». Ma allo stesso tempo il Papa afferma che si può «fare qualcosa» e «agire».
La «domanda principale» che attraversa l’Enciclica è: «Che mondo vogliamo lasciare in eredità ai nostri figli?». «Ci è stato affidato il pianeta terra e non dobbiamo distruggerlo. Ci è stato donato un giardino che dobbiamo lasciare ai nostri figli». Papa Francesco – ha incalzato il presidente di giustizia e pace – ci invita a riflettere che «il clima è un bene prezioso e comune che appartiene a tutti ed è destinato a tutti». E «se i cambiamenti climatici sono un problema mondiale», i leader sono chiamati a «promuovere politiche che permettano nel corso dei prossimi anni di ridurre in modo drastico le emissioni di ossido di carbonio e di gas inquinanti». C’è un «imperativo» ed è quello di «cambiare strada».