Prato

Ambiente, Prato promossa con riserva

di Damiano FedeliPrato recupera terreno, anche se potrebbe fare di più. Nell’annuale rapporto sull’Ecosistema urbano – il termometro della salute ambientale dei capoluoghi italiani realizzato da Legambiente, Sole 24 Ore e Istituto di ricerca Ambiente Italia – appena presentato, la città ha scalato ben 17 posizioni rispetto allo scorso anno, arrivando 26esima a livello nazionale da 43esima che era. Terza delle toscane (dopo Pisa, sesta città in Italia, Livorno, nona, e Siena, ventesima), a testimonianza di quanto i margini di miglioramento siano ancora notevoli. Cosa misurano gli indici considerati? In pratica si tratta di una classifica di quanto le città siano sostenibili per l’ambiente. O meglio – come è stato sottolineato durante la presentazione a Roma – di quali siano «le meno insostenibili».

Se per gli indicatori della qualità dell’aria Prato si pone a centro classifica, nella media nazionale, uno dei punti deboli della città evidenziati dalla ricerca è quello dei rifiuti solidi urbani: ogni cittadino, in media, in un anno ne produce qui quasi 773 chili, quasi il doppio della città più virtuosa (Matera). Peggio stanno in tutta Italia solo 10 città. Anche se – a recuperare parzialmente il dato precedente – Prato si pone al 25esimo posto nazionale con il 35,6% di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti prodotti.

Non particolarmente brillante neppure il numero di persone che utilizzano il trasporto pubblico in rapporto al totale della popolazione. Anche qui Prato si pone nella zona bassa della classifica: il numero di passeggeri trasportati «per abitante» (il dato è quindi influenzato dall’incidenza del pendolarismo) è di 40, cinque volte in meno che la prima della classifica, Parma. Così come è più bassa rispetto ad altre città della stessa dimensione l’offerta di trasporto pubblico, calcolata in chilometri percorsi annualmente dai mezzi pubblici per ogni abitante: appena 20 qui a Prato, meno della metà della prima in classifica nella categoria città medie, Trento, che per ogni abitante offre quasi 50 chilometri di linee pubbliche. Sempre in questo campo, la città si pone a centro classifica per il numero di auto in circolazione ogni cento abitanti: 63, appena sopra la media nazionale che è per i capoluoghi di 61 (a Firenze, per fare un esempio, questo tasso è di 55). Un buon punteggio Prato lo prende per le isole pedonali, dove si pone fra le prime 30 in Italia, mentre per le Ztl, le zone a traffico limitato, è nella metà più bassa della classifica. Ottimi risultati per le piste ciclabili in rapporto alla popolazione (13esimo posto italiano) e per il verde urbano totale (nono posto).

Dallo studio di Legambiente emerge anche che ogni pratese consuma 413 chili di petrolio equivalente in un anno, poco più di un milanese (409) – e in questo Prato è la 35esima fra le più virtuose – ma anche 1142 kWh di elettricità – e qui la città è più indietro, fra le più «sprecone».La classifica è stata fatta anche tenendo conto di un indice sintetico che misura la capacità delle pubbliche amministrazioni di rispondere alle criticità ambientali. In particolare, Prato è stata – insieme a Genova, Pisa e Reggio Emilia – fra le pochissime città ad aver preso il massimo dei voti.