Come valorizzare adeguatamente l’attenzione all’ambiente all’interno dell’impegno educativo cui ci chiama il decennio appena avviato? Come inserire l’azione di custodia del creato in quel lavoro di formazione di una nuova generazione di politici cristiani? Come si lega la salvaguardia del creato con l’etica civile?. Sono alcuni degli interrogativi posti all’attenzione della Chiesa italiana dal teologo Simone Morandini, della Fondazione Lanza, nel suo intervento alla tavola rotonda del convegno Una Chiesa custode della terra, in corso oggi a Padova. Il convegno, che conclude una serie di seminari svolti nell’ultimo biennio, è promosso dal gruppo di studio Custodia del creato che dal 1999 fa capo all’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro e al Servizio nazionale per il progetto culturale. Il convegno è organizzato in collaborazione con le associazioni teologiche Ati e Atism, con la Facoltà teologica del Triveneto e con la Fondazione Lanza. Morandini ha ripercorso le varie riflessioni teologiche elaborate in questi anni sul tema della salvaguardia del creato, rilanciando alcuni nodi rimasti aperti.Tra questi, l’interrogativo sulla capacità delle Chiese di muovere a conversione, ossia mobilitare davvero i cuori per quel cambiamento forte necessario per far fronte alla crisi ecologica. Come far crescere la disponibilità ai sacrifici necessari per affrontare la crisi?, si è chiesto Morandini, ricordando, inoltre, che il tema della creazione costituisce una dimensione qualificante dell’essere cristiano, sulla quale sarebbe possibile anche intavolare un dialogo che interpelli le grandi religioni dell’umanità e il pensiero secolare, in una mutua interrogazione sull’interpretazione del mondo. Un interrogativo su come abitare assieme la terra in una responsabilità condivisa.Sir