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AMBIENTE: MONS. MATTIAZZO (PADOVA), REFERENDUM, INFORMARSI E PARTECIPARE

“Il referendum del 12 e 13 giugno a cui siamo chiamati, richiama l’attualità e l’urgenza del tema che stiamo trattando, di fronte ad una questione ecologica sempre più impellente. E’ quindi fondamentale essere informati e partecipare”. Lo ha detto oggi mons. Antonio Mattiazzo, arcivescovo di Padova, aprendo i lavori del convegno “Una Chiesa custode della terra”, promosso dall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro e il Servizio nazionale per il progetto culturale, in collaborazione con le Associazioni teologiche Ati e Atism, la Facoltà teologica del Triveneto e la Fondazione Lanza. L’arcivescovo ha annunciato che mons. Giancarlo Bregantini, arcivescovo di Campobasso-Boiano e presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, non potrà intervenire al convegno per motivi familiari. Mons. Mattiazzo ha affermato che “la testimonianza dei cristiani come custodi della terra è oggi molto importante e si basa su una conversione e la promozione di una nuova mentalità e nuovi stili di vita”. Ha poi precisato al SIR la posizione della diocesi sul referendum, già espressa in un documento stilato il 21 maggio dal Consiglio pastorale diocesano di Padova.Nella nota diocesana si invitava a “scegliere con consapevolezza la condotta da tenere di fronte al voto, affinché l’approccio al referendum non sia frutto di scarsa informazione o peggio, di disinteresse per il bene comune. Non diamo alibi a chi vorrebbe ridurre ulteriormente il potere del cittadino di incidere sul funzionamento delle Istituzioni”. Sui quesiti sull’acqua si invitava a non trattarla “come una merce e solo come bene economico, perché questo confliggerebbe con la sua stessa natura”. Per quanto riguarda il quesito sul nucleare, “se da un lato è necessario ricordare che nella dottrina sociale della Chiesa non c’è una preclusione all’uso pacifico del nucleare, oggi la questione delle centrali nucleari chiama comunque in causa valori quali la salvaguardia del creato, il diritto di tutti ad uno sviluppo sostenibile che tenga conto anche delle future generazioni e principi quali la responsabilità morale nello sviluppo della tecnologia e il classico principio morale della precauzione”. Il referendum sul legittimo impedimento – puntualizzava la nota – ha invece “a che fare con il principio costituzionale della distinzione e autonomia tra i poteri dello Stato e del diritto/dovere di chi è stato eletto a governare, che debbono in ogni caso essere composti in modo adeguato con il principio dell’uguaglianza dei cittadini, e i valori della legalità e della giustizia”.“Il nostro impegno a custodire il creato è prevalentemente di evangelizzazione, nella convinzione che il Vangelo e la dottrina sociale della Chiesa possiedono una forte connotazione educativa, che favorisce la crescita di una cultura attenta all’ambiente”: lo ha detto oggi mons. Angelo Casile, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e del lavoro, intervenendo alla tavola rotonda del convegno in corso a Padova. “Promuoviamo un effettivo cambiamento di mentalità per adottare nuovi stili di vita”, ha precisato mons. Casile: “Altri obiettivi, che i giornali ci attribuiscono, esulano dal nostro incontro, pensato in questa data oltre un anno fa”. A questo proposito ha citato le parole del Papa pronunciate ieri, che invitano a “giungere rapidamente a un’arte di vivere insieme che rispetti l’alleanza tra l’uomo e la natura, senza la quale la famiglia umana rischia di scomparire”.Mons. Casile ha annunciato che, nei prossimi giorni, verrà reso pubblico il Messaggio della sesta Giornata per la salvaguardia del creato, sul tema “In una terra ospitale, educhiamo all’accoglienza”, anticipandone alcuni contenuti. “E’ il cuore dell’uomo – ha detto – che deve essere formato all’accoglienza, anzitutto della vita in se stessa, fino all’incontro e all’accoglienza di ogni esistenza concreta, senza mai respingere qualcuno dei propri fratelli”. Si tratta di “educare all’accoglienza a partire dalla custodia del creato”, per permettere “l’incontro tra le diverse culture, fra i diversi popoli e perfino, nel rispetto della identità di ciascuno, fra le diverse religioni”.Sir