«E’ una sentenza severa di cui occorre prendere atto, anche se il procedimento si presenta aperto ad ulteriori sviluppi: la Corte costituzionale si dovrà pronunciare sul furto d’acqua e in sede civile dovrà essere quantificato l’entità complessiva del danno. Ma il danno ambientale c’è stato: esistenza e consistenza sono stati riconosciute in modo significativo dal tribunale di Firenze, il che conferma la giustezza dell’impegno che abbiamo sempre assunto per la realizzazione delle opere necessarie al ripristino dell’equilibrio ambientale in Mugello». E’ il commento del presidente della Toscana Claudio Martini alla sentenza, resa nota nel pomeriggio, con cui si è chiuso il processo per i danni ambientali causati dai lavori per l’Alta velocità tra Firenze e Bologna: 27 condanne da tre mesi d’arresto a 5 anni di reclusione e un risarcimento di oltre 150 milioni di euro di cui 50 destinati alla Regione Toscana e gli altri a Ministero dell’Ambiente, Province e comuni interessate dai lavori. Il tracciato tosco-emiliano dell’Alta velocità è un’opera complessa: 78,5 chilometri, per 74 costituiti da gallerie, con un impatto sul regime idrogeologico dell’area che nel corso dei lavori si è rilevato assai più significativo di quanto previsto all’inizio, nella fase progettuale e di Via. «Il ripristino della situazione precedente è fondamentale. Lo è sempre stato per noi, tant’è che il governo regionale ha sempre detto che per realizzare un’opera di tale difficoltà e importanza fosse necessario investire risorse ed energie straordinarie per garantire controlli e verifiche sul rispetto delle prescrizioni stabilite dall a valutazione di impatto ambientale» spiega Martini. «Con insistenza aggiunge – abbiamo in questi anni ripetutamente chiesto a Cavet e ai Governi che si sono succeduti, in sede di osservatorio nazionale, di mettere a disposizione le risorse necessarie per il ripristino ambientale, stella polare del nostro impegno: 100 milioni di opere necessarie previste nel Master plan che abbiamo elaborato nel 2007 e coperte solo per 35». «L’Alta velocità è infatti una grande opera, importante e significativa – conclude il presidente -. Ma dispiegherà tutto il suo valore solo quando anche questa parte sarà completata: altrimenti rischia di rimanere un’opera incompiuta». (cs-Walter Fortini )