Tre italiani su quattro non ne conoscono il significato, eppure si tratta di una delle essenze stesse della vita, quella rappresentata dalla sua grande varietà in specie vegetali e animali. E’ la biodiversità, di cui la Toscana è particolarmente ricca, con le sue 3.250 specie di flora, 84 di mammiferi, 421 di uccelli, 19 di anfibi, 22 di rettili, oltre 60 di pesci ed una grande varietà di invertebrati. E’ un patrimonio prezioso ma a rischio, se si pensa che negli ultimi 40 anni nel mondo è scomparso un quarto delle specie animali terrestri e quasi il 30% di quelle marine e di acqua dolce, numeri destinati a peggiorare a causa del riscaldamento globale. Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente tra il 40 e il 70% delle specie d’uccelli e tra il 50 e l’80% degli habitat della flora e della fauna europee si tro vano in uno stato di conservazione critico. Regione Toscana e Wwf Italia per salvare questa ricchezza hanno sottoscritto un anno fa un accordo per la redazione di un piano per preservare la biodiversità. I risultati dei primi dodici mesi di lavoro sono stati al centro di un convegno che si è tenuto oggi all’Auditorium del Consiglio Regionale. Nell’introdurne i lavori l’assessore regionale ai parchi, aree protette e biodoversità, ha parlato di quella che ha definito l’arca della Toscana cioè un’area a cavallo tra le province di Lucca e Massa che risulta, con 139 specie diverse, la più ricca di biodiversità. Per l’assessore le arche in Toscana sono molte (dalle isole dell’Arcipelago alle Alpi Apuane) e l’obiettivo di regione e Wwf è quello di individuare azioni per la loro salvaguardia. E’ una delle ricchezze della Toscana, da non dilapidare assolutamente. D’altra parte oltre la metà delle zone in cui s ono presenti specie da salvaguardare, si trova all’interno di aree protette, che in Toscana rappresentano quasi il 10% della superficie regionale. Per l’assessore è maturo il momento perchè il Parlamento europeo recentemente eletto decida di creare uno specifico fondo a tutela della biodiversità, a cui attingere con un meccanismo simile a quello dei fondi strutturali.Secondo il presidente nazionale del WWF Italia il progetto è auspicio di importanti indicazioni ed impegni per una più efficace azione a tutela della biodiversità nel nostro paese, in vista dell’attesa strategia nazionale che dovrebbe essere adottata entro il 2010. Il progetto applica, per la prima volta in Toscana a livello regionale, una metodologia internazionale innovativa per l’Europa che la Direzione Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente ha voluto sperimentare sostenendo il progetto promosso dalla Regione Toscana e dal WWF Italia. Il valore agg iunto della metodologia che la Regione Toscana ha deciso di adottare per redigere il proprio Piano di Azione regionale per la conservazione della biodiversità è la capacità di mettere insieme la migliore conoscenza scientifica disponibile con la partecipazione del maggior numero possibile di attori sociali, istituzionali ed economici che a vario titolo sono coinvolti ed interessati alla gestione delle risorse naturali della Toscana.L’Italia infatti per il momento non dispone di un programma nazionale di tutela della biodiversità e il lavoro che Wwf e Regione Toscana stanno facendo può servire da guida per tutto il territorio nazionale. La Toscana fin dal 1997 con la banca dati Re.na.to (Repertorio naturalistico toscano) e dal 2004 con quella Biomart (Biologia marina Regione Toscana) ha operato un accurato censimento di tutte le specie animali e vegetali presenti sul suo territorio. In Toscana si trova anche il più grande parco marino d’Europa, quello dell’Arcipelago toscano, che tutela 61.000 ettari marini e 18.000 terrestri e comprende tutte le sette isole principali. L’obiettivo per il 2010 del progetto Regione-Wwf è quello di individuare le cause di minaccia per la vita di animali e piante e le azioni da intraprendere per salvaguardarla. (cs-Tiziano Carradori)