Toscana

Alternanza scuola-lavoro: Toccafondi, «va fatta e fatta bene, il mondo del lavoro apra le porte agli studenti»

«Quest’anno con l’intero triennio coinvolto la scuola toscana avrà circa 130.000 ragazzi in alternanza. Numeri – ha aggiunto Toccafondi – che hanno la necessità di trovare nel mondo del lavoro ed in particolare nel mondo delle aziende una porta aperta, anzi spalancata. Il registro nazionale delle aziende in alternanza gestito da Unioncamere, la cui iscrizione è gratuita, deve essere lo strumento principe di aiuto alle scuole. Partito da pochi mesi vede ancora pochi iscritti, in toscana sono poco più di 300 le realtà iscritte. Dobbiamo fare tutti un passo culturale e pratico».

«Se vogliamo – ha proseguito il Sottosegretario – far fare esperienze reali, di crescita e di orientamento, se come paese crediamo nella scuola della conoscenza ma anche delle competenze, allora un passo in avanti lo dobbiamo fare tutti, non solo la scuola o la grande impresa. La scuola chiede, bussa, cerca collaborazione con il mondo del lavoro, con chi le competenze le ha, chiede di fare un percorso insieme, ma se dall’altra parte non c’è chi risponde, chi la porta la apre, chi è disposto a fare un percorso insieme ai ragazzi e alle scuole a poco serve l’obbligatorietà dell’alternanza. Vogliamo far fare ai ragazzi esperienze vere e certificate non operazioni simulate in classe e figuriamoci se vogliamo portare i ragazzi in luoghi di sfruttamento. Per noi è scuola a tutti gli effetti e per questo utile». 

«Comprendiamo che per tante piccole o piccolissime aziende l’aspetto del tutor aziendale che segue i ragazzi in alternanza è un ostacolo ma adesso ci sono strumenti che faranno venire meno questo ostacolo. Bene la Camera di commercio di Firenze che ha aperto un bando per aiutare anche economicamente il costo della persona che seguirà i ragazzi in azienda, peccato che questa possibilità che in tutta Italia tante Camere di commercio stanno decidendo di seguire, in Toscana, a fronte delle 9 realtà camerali, veda solo Firenze protagonista. Non ci si può lamentare della disoccupazione giovanile, degli abbandoni scolastici alti e particolarmente alti nei tecnici e professionali, ricordare che abbiamo quasi 2 milioni di Neet cioè coloro che non studiano né lavorano; chiedere a gran voce di fare qualcosa, avere la possibilità di aiutare le piccole imprese a ridurre l’ostacolo economico del costo della persona che segue i ragazzi in azienda e poi non utilizzare questo strumento. Rispetto l’autonomia delle camere di commercio – ha concluso Toccafondi – ma se si vuole aiutare le scuole e i ragazzi è molto più utile mettere le mani in pasta che alzarle».