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Almeno nello sport la Toscana è da serie A
E al di là dei sentimenti e delle considerazioni di tifo e campanile da sempre ben presenti nella nostra regione, il ritorno dei gigliati nella massima serie non può non apparire come il miglior coronamento di una stagione complessivamente magnifica per la Toscana, che assieme alla salvezza del centenario Siena in A ha sancito anche la promozione nella massima serie del Livorno (guidato da Walter Mazzarri da San Vincenzo, altro profeta in patria), quella in B dell’Arezzo e quelle in C1 di Grosseto e Sangiovannese, per chiudere con il prepotente ritorno della Massese tra i professionisti accompagnato pure dalla conquista dello scudetto di serie D. Ci sono, è vero, anche le retrocessioni dell’Empoli in B, del Prato in C2 e del Montevarchi in D, ma almeno per la compagine di Totò Di Natale non è detta ancora l’ultima parola, viste le spade di Damocle che pendono su diverse società per le vicende bilanci e calcioscommesse. Questioni che, è bene ricordarlo, vedono ancora invischiato lo stesso Siena, anche se la società proclama la massima tranquillità. Se comunque penalizzazioni o mancate iscrizioni dovessero riguardare altre compagini, potremmo vedere il prossimo anno addirittura quattro toscane in A, evento mai accaduto prima d’ora. Così come, cambiando sport, non era mai accaduto che una squadra toscana di basket conquistasse lo scudetto.
Tanto per restare a Siena, quest’anno c’è riuscita la MontePaschi Mens Sana, vincendo la regular season e dominando i play-off.
Niente però, sinceramente, di paragonabile alla grande festa di Firenze, alla gioia di aver cancellato in così poco tempo la delusione e soprattutto l’ingiustizia subita, quando ad altre squadre, a partire dalle due romane, è stato poi riservato un occhio di ben altro riguardo. Gioia e orgoglio pari alla vittoria di un campionato o di una coppa europea, ben diversi dal silenzio e dalla sufficienza con cui fu accolta esattamente dieci anni fa la precedente promozione, giudicata solo come dovuto riscatto dopo una stagione sciagurata. Stavolta però Firenze doveva vincere per cancellare non vergogne proprie ma altrui, certo non coperte con la foglia di fico del ripescaggio in B.