Pisa

ALL’ASSOCIAZIONE VOLONTARI OSPEDALIERI L’EDIZIONE 2011 DEL PREMIO ‘SANTA BONA’

di Andrea Bernardini

Era un pomeriggio dell’estate del 1975 quando un lamento proveniente da un letto di corsia dell’ospedale del Policlinico di Milano attirò l’attenzione del professor Erminio Longhini. Il professore, primario della «divisione Campari» al nosocomio di Sesto San Giovanni, si trovava al Policnico del capoluogo perché un suo collega lo aveva chiamato per un consulto accanto ad un malato grave.Longhini si avvicinò al letto da cui proveniva quel flebile ma insistente gemito: vi trovò una donna che stava chiedendo un bicchier d’acqua.Notò che nessuno si era avvicinato per accogliere quella semplice richiesta. Le altre ricoverate erano indifferenti, così come l’inserviente, che stava pulendo il pavimento al centro della sala. Quando il medico domandò a quest’ultima come mai non si fosse preoccupata di portare un po’ d’acqua alla povera signora, l’inserviente gli rispose: «Non tocca a me».Il professor Longhini meditò a lungo su quella risposta. Ne volle parlare ad alcuni amici, chiedendo loro di occuparsi di quei malati curati sì con professionalità e responsabilità, ma spesso in ambienti spersonalizzanti, e per questo considerati solo come organi da curare  o peggio ancora identificati con il numero di posto letto occupato.L’iniziativa di un’associazione di volontariato ospedaliero fu sperimentata per la prima volta nell’ospedale di Sesto San Giovanni. Il 6 maggio del 1976 nell’aula Borghi del Policlinico di Milano ebbe inizio, invece, il primo corso di formazione per i futuri volontari.Dall’episodio del bicchier d’acqua chiesto senza fortuna dalla donna ricoverata all’ospedale meneghino, l’Associazione volontari ospedalieri (Avo) «in obbedienza al Vangelo e con la partecipazione di tutti gli uomini di buona volontà» (come si legge nello statuto) ha fatto tanta strada: oggi è presente in 240 ospedali e residenze sanitarie di tutta Italia, aggrega trentamila volontari, capaci di prestare 3 milioni di ore di servizio all’anno. Solo a Pisa 150 volontari dell’Avo sono presenti negli ospedali di Santa Chiara e di Cisanello, e in particolare nelle camere di ortopedia, pediatria, neurologia e neurochirurgia, medicina generale, psichiatria, chirurgia d’urgenza universitaria ed ospedaliera, chirurgia dei trapianti; decine di volontari anche al «Lotti» a Pontedera e al centro di riabilitazione neurologica «Auxilium Vitae», a quello del «Santa Chiara» e dell’Inail di Volterra.I volontari offrono ai malati ricoverati calore umano, dialogo, conforto, li aiutano a vincere la sofferenza, l’isolamento, la noia.Dice Anna Paola Giglioli L’Abbate, presidente della sezione pisana dell’Avo: «in servizio il volontario porta il camice azzurro col distintivo, ma non sostituisce il personale, nemmeno durante eventuali scioperi, perché non ha né la competenza né la professionalità per farlo; il volontario non conosce, né deve indagare sulla malattia di cui è affetto il paziente. Si pone nei suoi confronti come persona calma, serena, senza fretta, che non porta dipinte sul volto le proprie preoccupazioni, non ostenta gioielli, vestiti, trucco appariscenti, parla poco e mai sguaiatamente, non è curioso e sa tenere segrete le confidenze avute. Insomma si presenta come persona piacevole e simpatica, ma anche rispettosa del dolore altrui».L’Associazione volontari ospedalieri (Avo) è presente a Pisa da 25 anni. Festeggia questa ricorrenza sabato 28 maggio al ristorante «L’Ippodromo» a San Rossore, dove la presidente consegnerà un riconoscimento ai volontari vecchi e nuovi del sodalizio.All’Avo sarà assegnato il premio internazionale «Santa Bona» 2011, un assegno di tremila euro consegnato alla memoria del presidente della Fondazione Cassa di risparmio di San Miniato Giacomo Conti e dell’amministratore delegato della Società aereoporto toscano (Sat) l’ingegner Piergiorgio Ballini.Lo ritirerà lunedì 30 maggio alle ore 17.30 nella sala delle Ninfe, al Palazzo dei Fiumi e Fossi (a Pisa in via San Martino 60) il vicepresidente nazionale dell’Avo Lorenzo Calucci, presenti l’arcivescovo Giovanni Paolo Benotto, il sindaco del comune di Pisa Marco Filippeschi, il direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera Fabrizio Gemmi, il rettore della compagnia di «Santa Bona» don Enrico Giovacchini con i deputati ed altre autorità civili e militari. Dopo il premio, tutti sono invitati nella chiesa di San Martino, dove si conservano le spoglie mortali di Santa Bona, per la solenne concelebrazione eucaristica presieduta da monsignor Benotto e concelebrata dal vescovo emerito di Volterra Vasco Giuseppe Bertelli e dal clero cittadino. Animerà la celebrazione eucaristica il coro «Bruno Pizzi».

Così Pisa ricorda la patrona  delle accompagnatrici dei viaggi

Le celebrazioni per Santa Bona, quest’anno, sono iniziate mercoledì 25 maggio, quando, nel Camposanto monumentale, è andato in scena «Vi dirò di Santa Bona». Lo spettacolo ripercorre in forma narrativa le vicende salienti della vita della santa pisana, il suo impegno di carità e di solidarietà verso i suoi concittadini e verso i pellegrini che si muovevano sulle rotte dei grandi pellegrinaggi medievali; a «dire» di Bona da Pisa, «della sua nascita, vita e morte e dei suoi miracoli, prova della sua santità», è stata la voce di Agostino Cerrai su testi tratti dalle «Vitae Sanctae Bonae», tradotti e rielaborati da Donatella Marchi.A fare da contrappunto poetico alla narrazione, alcuni brani tratti dal «Cantico dei Cantici» che evocano il tema del matrimonio mistico tra Bona e il Cristo; a darne lettura la voce recitante di Silvia Pagnin; alcuni versi del Cantico sono stati musicati da Giovanni Grazi e interpretati dalle voci di Grazia Barsotti e Laura Battini (voci soliste) e di Cristina Valtriani, Romina Bartoli, Paola Lombardi (coro) accompagnate al pianoforte dall’autore e al flauto traverso da Luca Lucchesi.Le prossime iniziative: domenica 29 maggio pellegrinaggio in onore di Santa Bona a Camaldoli, il paese sorto intorno al monastero fondato dal monaco ravennate San Romualdo (952-1027), fondatore dell’ordine camaldolese.Vanno avanti alcuni progetti «sposati» negli scorsi anni dalla compagnia di Santa Bona. Ad esempio la compagnia sostiene l’iniziativa portata avanti dal delegato pisano dei Cavalieri di Malta Marcello Bandettini di realizzare un asilo a Rundu, in Namibia. L’asilo, che accoglie 120 orfani, sarà inaugurato il prossimo 9 luglio e sarà dedicato a Piergiorgio Ballini. Lunedì 13 giugno, il ricavato di una cena di beneficenza, che si terrà al ristorante «Il Turista» sarà devoluto a questo centro. Per prenotazioni telefonare a 338.3731223.Un ultimo appuntamento è un po’ più lontano nel tempo. Domenica 9 ottobre, «In corsa per la solidarietà con Santa Bona da Pisa»: quinta mezza maratona della città di Pisa, organizzata dall’associazione «Per donare la vita Onlus» in collaborazione con la compagnia di Santa Bona.Partners di tutte le iniziative: l’arcidiocesi di Pisa, il comune, la provincia, la Camera di Commercio di Pisa, l’Opera della Primaziale pisana, la Cassa di risparmio di San Miniato e la Società aereoporto toscano.