“Facendoci interpreti del sentire non solo degli iscritti, ma principalmente dei cittadini contribuenti – scrivono in una lettera aperta – manifestiamo disagio, sconcerto, allarme e una crescente perdita di stima e di fiducia nelle istituzioni che la sconsiderata gestione della fiscalità immobiliare, e in particolare della Tasi, ha generato e genera nei contribuenti. La semplicità, certezza e tempestività delle norme tributarie sono principi ineludibili della scienza delle finanze, che ogni cittadino ha il diritto di pretendere”.Gli ultimi dodici mesi, tra Imu, Tasi, Tari e Iuc. “Se ripercorriamo brevemente gli ultimi dodici mesi – scrivono i commercialisti senesi – è facile rendersi conto di come il comportamento del legislatore sia stato contrario al rispetto del cittadino e dello statuto del contribuente, ma soprattutto, cosa ancora più amara, contrario al buon senso. Dobbiamo forzatamente ricorrere a un po’ di ironia e ricordare che nel 2013 l’Imu sulla prima casa è stata prima sospesa, poi rinviata due volte, poi cancellata, poi reintrodotta come mini Imu da pagare a gennaio 2014 (ma solo in parte, e secondo le aliquote decise dal Comune). Nel frattempo viene introdotta la Tasi, che insieme alla Tari e all’Imu forma la Iuc. La Tasi si paga sulla prima casa (su cui non si paga Imu), ma anche sugli altri immobili (dipende da Comune a Comune) e non spetta solo al proprietario, ma anche all’utilizzatore (anche in questo caso dipende dal Comune, che può stabilire una percentuale variabile tra il 10 e il 30 per cento dell’imposta complessiva a carico dell’inquilino)”. Dal federalismo fiscale all’anarchia fiscale. “Abbiamo almeno una certezza: la Tasi ha la stessa base imponibile dell’Imu. Solo in un secondo momento il legislatore si rende conto che per la Tasi non sono previste deduzioni e in qualche caso può essere più onerosa dell’Imu Allora introduce le deduzioni. Quali? Lo fa decidere ai Comuni. Ma come compensare il minor gettito dei Comuni causato dalle deduzioni? Il legislatore introduce allora un’addizionale provvisoria, solo per il 2014. Un’addizionale di quanto? La decisione è demandata ai Comuni. Ma i Comuni come devono usare gli introiti derivanti dall’addizionale? Tutti per finanziare le deduzioni prima casa? Proprio tutti no, la norma, rimaneggiata ancora una volta, prevede che l’addizionale vada a finanziare “prioritariamente” le deduzioni prima casa. La Tasi, insomma, dalla sua nascita a oggi, cioè in meno di sei mesi, ha avuto un numero indefinito di aggiunte e ripensamenti a livello di legge nazionale. A tutto quanto sopra dobbiamo aggiungere un’applicazione altrettanto complessa a livello delle oltre ottomila delibere e regolamenti comunali, in ossequio ad un malinteso federalismo fiscale, che è diventato invece anarchia fiscale”.L’ultima beffa: al conteggio della Tasi deve pensarci il cittadino. “Sembrava che di tutto ciò il cittadino non si dovesse preoccupare. Come in tutte le nazioni civili e fiscalmente rispettose del contribuente doveva essere l’ente impositore a fare i conteggi e a fornire i modelli di pagamento con già indicata l’importo del tributo. Ma anche su questo assunto, il legislatore ha avuto l’ennesimo ripensamento, arrivando alla conclusione che provvedere al conteggio per i Comuni è troppo complesso. Per il momento cari contribuenti fate voi. Per il futuro vedremo. Potete fare tutto con calma, avete il tempo necessario per trovare tutti i dati che vi servono, anche quelli che non pensavate mai di dover cercare, tipo i dati catastali dell’immobile in cui siete in affitto. Per definire la Tasi del dicembre 2013 avete sei giorni, e per la Tasi del giugno 2014 altrettanti. Sei giorni per conoscere le decisioni di 8.000 Comuni con delibere diverse per aliquote, esenzioni, detrazioni, livelli di rendite catastali, di reddito dei contribuenti, di valore ISEE ecc, rendendo impossibile una gestione informatica dell’imposta. E’ l’anarchia fiscale”.“La vicenda Tasi – concludono i consiglieri dell’Ordine dei commercialisti senesi – è una sconfitta, un fallimento, sia per le istituzioni che per i contribuenti. Questa situazione può portare danni economici, ma soprattutto porta enormi danni di reputazioni come quotidianamente vediamo nei rapporti con i nostri clienti. Per senso di responsabilità ci è sembrato necessario intervenire per sottolineare una situazione ingestibile e per fare un richiamo alla razionalità e al buon senso a tutti i livelli istituzionali che emanano leggi, delibere, regolamenti e atti riguardanti la fiscalità immobiliare”.