Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Allarme lavoro alla Valfungo A rischio cento dipendenti.

Nelle ultime settimane, l’azienda Valfungo di Gricignano di Sansepolcro – nota a livello nazionale per la produzione di funghi champignons, iniziata esattamente 40 anni fa – ha fatto molto parlare di sé per l’eventuale chiusura, conseguente ad un licenziamento di massa: un duro colpo per l’economia della vallata.Si erano infatti avviate le procedure di licenziamento di ben cento dipendenti della Valfungo, in gran parte donne straniere. Il titolare Lorenzo Montesi ha affermato che le complicazioni non dipendono da sbocchi di mercato: l’azienda è molto conosciuta e vanta clienti in ambito nazionale; i problemi riguardanti la riduzione del personale dipende principalmente da fattori legati alla produzione. Difatti, l’attività di mantenimento dei funghi, comporta la divisone in celle, nelle quali per tutto l’anno si devono mantenere umidità e temperatura costante. Questo implica un costo di bolletta decisamente alto, e unitamente alla senescenza riportata da numerosi fattori produttivi della Valfungo, la direzione si è trovata davanti ad una scelta estrema.Il susseguirsi di tali eventi ha messo in moto i sindacati Flai Cgil e Fai Cisl, i quali hanno richiesto la partecipazione delle principali istituzioni della zona. Tra questi vi sono il presidente della Comunità Montana Valtiberina Toscana Riccardo Marzi, il sindaco di Sansepolcro Franco Polcri e l’assessore provinciale all’agricoltura Roberto Vasai; a costoro – in particolare al sindaco Polcri – i sindacati richiedono di convocare le parti interessate. Intanto lunedì 25 febbraio si è tenuta l’assemblea dei lavoratori, organizzata dai sindacati in questione.L’amministrazione comunale ribadisce il suo appoggio all’attuale situazione. Il sindaco ha dichiarato che è nell’interesse dell’amministrazione tutelare i cento dipendenti che rischiano il loro posto di lavoro. Occorre, pertanto, avere la garanzia che l’azienda operi in assenza di qualunque forma di inquinamento. Da parecchio tempo, infatti, la Valfungo richiede altri terreni dove effettuare una più moderna coltivazione. Pertanto, quando il Comune avrà la certezza che, nelle zone dove la Valfungo esercita, non vi sono rischi (questo riguardo la salvaguardia ambientale e personale degli abitanti), l’attività riprenderà.I dipendenti della Valfungo respingono la riduzione del personale, difendendo la propria situazione, e annunciano il blocco delle prestazioni, le quali si erano rivelate eccedenti il normale orario di lavoro. Proclamano, infine, 16 ore di sciopero da realizzarsi entro marzo. Inoltre le maestranze che sono preoccupate sul futuro dell’azienda vanno contro ogni tentativo di sfruttare la vicenda per altri fini. di Alessandro Lastra