I pochi, ignari turisti e pellegrini giunti al monastero di Camaldoli immaginavano di trovare un’oasi di silenzio, di raccolta solitudine. Ma la mattina di sabato 27 giugno occorreva un momento singolare e festoso per la comunità monastica: la consegna da parte del Circolo «Verso l’Europa» di Arezzo al priore generale della congregazione Camaldolese, padre Bernardino Cozzarini, del premio «Camaldoli-La Verna: terre aretine di spiritualità europea».E così l’austero cenobio si è popolato di una chiassosa e gioiosa folla di autorità, di simpatizzanti e dei sindaci del Casentino con i loro colorati gonfaloni. Giunto alla sesta edizione, il premio, è stato testimonianza della venerazione e dell’affetto che unisce tante generazioni a Camaldoli. «Una proposta ideale e nel contempo concreta, ci ha portati a ripercorrere il sentiero camaldolese, che conserva, anche in una società largamente laica, la forza di commuovere gli animi e predisporre ad una considerazione più attenta delle cose»: così ha esordito Donato Palarchi, vera anima del Circolo «Verso l’Europa» in una commossa riflessione sul significato del premio. Gli ha fatto eco Filippo Maria Pandolfi, spigliato moderatore, che ha evidenziato la sensibilità umana e politica dei due relatori della mattinata, il presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick e Romano Prodi.«C’è un crescente assalto all’Europa da parte di popolazioni di migranti in fuga dalla fame – è stata la meditazione di Flick, la cui applaudita relazione ha colto i grandi valori e diritti della Carta Costituzionale Italiana in relazione allo spirito dell’Europa – e le politiche di respingimenti e di sicurezza rischiano di far naufragare insieme a loro anche la tradizione di accoglienza dell’Europa». Un’Europa che l’insigne giurista ha ben definito come fondamentale presidio di valori di tolleranza umana e di rispetto per tutti.A Romano Prodi è invece toccato il compito di analizzare la situazione attuale dell’Unione Europea, sapientemente dipinta in un chiaroscuro di delusioni e di speranze nuove, di critica e di ottimismo. In un’ampia analisi della situazione geopolitica globale, Prodi ha toccato i punti che possono rilanciare l’unificazione europea: il rispetto delle minoranze, una struttura istituzionale più trasparente ed efficace, un ruolo più incisivo nella politica internazionale e specialmente con gli Stati Uniti e la Cina, una coesa politica economica, l’abbandono del meccanismo decisionale dell’unanimità. «I risultati straordinari raggiunti – ha affermato – ci motivano in un rinnovato e concreto impegno. Guardiamo con ottimismo al futuro, ma dobbiamo convincerci che guardando indietro noi saremo cancellati dalla carta geografica del mondo».Dopo le apprezzate relazioni il momento solenne della consegna del premio alla comunità, simboleggiato da una pregevole scultura dell’artista Enzo Scatragli. La toccante risposta del priore generale Cozzarini ha sottolineato il senso profondo di quella osmosi con il mondo, con le sue gioie e le sue angosce, che la comunità ha mantenuto nella sua millenaria storia: «Una comunità monastica che non ospita è una comunità morta. In una società in cui si alzano le mani per respingere, la comunità monastica apre le braccia per accogliere e ospitare, come noi siamo stati ospitati da Dio».Infine lo scoprimento della lapide che ricorda la visita di Alcide De Gasperi al monastero di Camaldoli il 13 luglio 1952. Le parole che allora usò lo statista trentino risuonano nei cuori dei tanti partecipanti a questa edizione del premio: «Ci è stato offerto lo spettacolo indimenticabile di un ordine religioso che mantiene viva la luce del pensiero e dello spirito». di Tiziano Torresi