Prato

Alla ricerca della roccia bianca dove l’apostolo Tommaso ricevette la Cintola della Madonna

Quando nel 1995 andò in pensione si disse: finalmente posso dedicarmi al libro sulla cintura della Madonna. E così è stato. Giovanni Bensi, maestro di professione e studioso per passione, negli ultimi venti anni ha raccolto testi, studiato manoscritti e fatto approfondite ricerche per dedicare alla preziosa reliquia della Madonna custodita nella nostra cattedrale un testo di oltre seicento pagine. «Il libro – spiega l’autore – conduce attraverso le cronache lasciate dai pellegrini, che nei secoli si sono recati a Gerusalemme, alle prime propaggini del Monte degli Ulivi, dove Tommaso dubbioso, nei pressi di una bianca roccia, ebbe da Maria la cintura con la quale gli apostoli avevano cinto il suo santissimo corpo. Da quella roccia inizia la storia della Cintola che attraverso dolci e meravigliose vicende giunge a Prato, segnandone la storia, lo sviluppo, la cultura, l’indole, l’umanità». E proprio quella roccia bianca Bensi rivolge la sua originale e interessante ricerca letteraria e iconografica attraverso le testimonianze scritte dei pellegrini, le mappe da loro rappresentate, le prime fotografie del XIX secolo, la visione personale che al fine viene premiata da una preziosa scoperta fotograficamente documentata.

Nell’immagine si vede la roccia bianca. Sopra di essa è stata posta la cancellata del monastero ortodosso

Giovanni Bensi si mette alla ricerca della roccia bianca sul Monte degli Ulivi utilizzando una mappa del ‘500. Nel ’95, come detto anno della pensione, ma soprattutto sesto centenario della traslazione della Sacra Cintola nella cappella del Duomo, Bensi compie un viaggio a Gerusalemme alla ricerca roccia bianca. «Quella volta non riuscii a trovarla – racconta -, il luogo dove si trova non fa parte delle visite dei pellegrini e siccome le tradizioni provenienti da testi apocrifi non vengono considerate alla stregua dei testi ufficiali, nessuno seppe indicarmi dove si trovasse la roccia». Per riuscire a individuare il luogo il nostro scrittore si affida a una mappa del 1598 disegnata da un olandese, Giovanni Cotovic, ma quella volta non ci fu nulla da fare: la roccia era introvabile. Ma Bensi non si dà per vinto, si reca allo Studio biblico francescano di Gerusalemme presso la chiesa della Flagellazione e lascia una richiesta scritta nella quale chiede indicazioni per trovare la roccia bianca dell’Assunzione di Maria. Poco tempo dopo, tornato a casa, riceve una lettera firmata padre Lionel contenente le istruzioni per trovare il posto. Così, nel capodanno del 2000, Giovanni Bensi vola a Gerusalemme e finalmente trova la roccia bianca. Quell’«incontro» è documentato da foto pubblicate nel libro. «La roccia si trova lungo la salita per l’Oliveto, fra la tomba di Maria e l’orto dei Getsemani – dice ancora lo scrittore – sopra di essa è stato costruito il muro di un monastero, così metà della grande roccia si trova nel giardino di una comunità di monache ortodosse, che la venerano, l’altra metà è lungo la strada e passa quasi inosservata. Tanto che – aggiunge – quando la vidi per la prima volta un tassista ci aveva parcheggiato il mezzo davanti e sopra la roccia aveva appoggiato una pelle scamosciata per asciugare la vettura dopo il lavaggio!». Anche questa scena è stata immortalata e pubblicata nel libro dall’autore. Bensi scatta una foto alla roccia e quando va a sviluppare la pellicola fa una scoperta: «Sulla superficie c’era una incisione non visibile a occhio nudo, si tratta di una croce curva con probabile iscrizione nella traversa, segno della devozione dei pellegrini». Secondo Bensi quel luogo è molto significativo per Prato, è lì che nasce la storia della Cintola, «si può dire che la nostra città ha un luogo di riferimento a Gerusalemme». Lo scrittore ha raccontato questa storia al sindaco Biffoni, che si è detto interessato e disponibile ad accogliere proposte per legare Prato alla roccia.

La mappa del Monte degli Ulivi disegnata da Cotovic durante un viaggio a Gerusalemme nel 1598. Il punto dove si trova la roccia bianca è segnato con la lettera I

Tornando ai contenuti dell’opera, edita dalla Società Pratese di Storia Patria, dentro possiamo trovare un’analisi delle «legende» che narrano la storia della Cintola e come venne a Prato portata da Michele. La ricerca storica è affiancata da note e riflessioni sulla cintura come segno spirituale e morale nella scrittura, nella tradizione, nella devozione del popolo cristiano. Viene riportata all’attenzione l’esperienza devozionale nata alla fine della prima grande guerra da parte del cappuccino padre Leonardo, denominata «La Santa Crociata Mariana», che fu molto seguita nel secolo scorso. Ampia la presentazione di testi poetici dalle laude dei disciplinati del XIII-XIV secolo ai giorni nostri. Seguono gli ultimi avvenimenti: la celebrazione del VI centenario della traslazione della reliquia nella cappella affrescata da Agnolo Gaddi, la ricognizione e la sua trasposizione nel nuovo reliquiario, il costante intervento e interessamento della civica amministrazione. Non si può parlare di tutti gli argomenti che Giovanni Bensi tratta nelle oltre seicento pagine del libro. Scrive monsignor Simoni nella lettera di introduzione al libro: «Nessuno d’ora in avanti potrà ignorare sul tema in oggetto il tuo volume».