Il Consiglio di Stato algerino ha annullato ieri pomeriggio la decisione di espellere dall’Algeria il pastore protestante Hugh Johnson. Ad annunciarlo è stato lo stesso pastore alla Federazione protestante francese che ha seguito da vicino la questione e che oggi rilancia la notizia dal suo sito. Il pastore Johnson, 74 anni, era stato invitato il 25 febbraio scorso a lasciare il Paese. Viveva da più di 45 anni in Algeria. Lo scorso anno il suo permesso di soggiorno non era stato rinnovato dalle autorità. La decisione di espellerlo è intervenuta quando anche la Chiesa protestante di Algeria di cui fa parte il pastore Johnson è caduta al centro di una feroce polemica tra i responsabili musulmani e quelli cristiani accusati di voler propagare il cristianesimo in Algeria. Una polemica che è andata crescendo e che ha portato alla fine gennaio alla condanna ad un anno di carcere inflitta da un tribunale di Orano al sacerdote cattolico francese Pierre Wallez per aver violato la legge che vieta la pratica religiosa non musulmana fuori dai luoghi autorizzati. Sulla vicenda del pastore protestante erano intervenuti anche i vescovi cattolici di Algeria, intercedendo per lui presso il ministro per gli affari religiosi di Algeria con una lettera in cui domandavano di ritirare l’espulsione. Il pastore Johnson aveva depositato presso il Consiglio di Stato e tramite un avvocato un ricorso alla sua espulsione che è stato accettato ieri pomeriggio. All’annuncio dell’annullamento, il pastore così si legge nel comunicato diffuso dalla Federazione protestante francese ha espresso la sua riconoscenza per il sostegno che tutte le Chiese di Algeria gli hanno manifestato. Vuole vedere in questa decisione un segno di speranza per i cristiani di Algeria. Noi dice al Sir l’arcivescovo di Algeri mons. Henri Teissier consociamo da più di 40 anni il pastore Johnson. Viviamo nella stessa realtà cristiana di Algeria ed abbiamo con lui progetti comuni. La decisione del Consiglio di Stato prosegue l’arcivescovo – è una buona notizia perché da un anno e mezzo subiamo decisioni contro i cristiani ed è la prima volta una decisione presa non viene applicata. E’ un segno di apertura. Da 15 mesi non abbiamo che segnali negativi. Sono mesi difficili per i vescovi algerini che ora hanno a cuore la condanna del prete cattolico ad un anno di carcere. In un messaggio diffuso al termine di una riunione nei giorni scorsi, i vescovi d’Algeria hanno manifestato la preoccupazione della comunità cattolica per i crescenti ostacoli e difficoltà subite dai cristiani nel Paese.Sir