Un anno si conclude, un nuovo anno incomincia. Parlo dell’anno liturgico, che ha inizio con il tempo dell’Avvento. E in ogni parrocchia si riparte con il nuovo anno pastorale, anche se in molti casi tante attività sono già ricominciate a settembre, dopo le ferie estive. Riunioni, proposte, iniziative, suggerimenti, correzioni di rotta: tutto fatto dai fedeli con il parroco e dal parroco con i fedeli. Non si prenda la frase come un gioco di parole, essa ha un suo significato. Non basta avere in una parrocchia un bravo parroco se i fedeli poi non fanno niente; viceversa, non basta avere dei bravi fedeli se il parroco dorme.Il percorso di un nuovo anno pastorale non è altro che il cammino della comunità parrocchiale che segue il suo Pastore, il Cristo Signore, sulle strade del mondo. Lì Gesù è passato, spargendo il seme della sua parola, guarendo i malati, perdonando i peccatori pentiti, moltiplicando i pani e i pesci, offrendo sulla croce la sua vita «per noi uomini e per la nostra salvezza» e insegnandoci a vivere come fratelli, membri della stessa famiglia, la Chiesa. Il «fate questo in memoria di me» non ci deve richiamare solo l’Eucaristia. Quando nell’ultima Cena, dopo aver lavato i piedi ai dodici discepoli, riuniti per la celebrazione della Pasqua, memoriale annuale della liberazione dall’Egitto, Gesù dice ai suoi: «Vi ho dato l’esempio affinché come ho fatto io facciate anche voi», non dobbiamo pensare solo al gesto, ma allo spirito che lo anima, che è spirito di amore e di servizio.Solo così possiamo capire che cosa vuol dire per noi essere popolo di Dio: salvati dalla morte e resurrezione di Cristo, riempiti di Spirito Santo e mandati ovunque per essere segni della sua presenza nel mondo. Dio non ci ama perché siamo buoni, attivi, pieni di iniziative e di nuove idee, ma siamo buoni, attivi, pieni di iniziative e di nuove idee perché Dio ci ama. La risposta al suo amore diventa impegno e testimonianza nel mondo dell’amore di Cristo che ci guida, come buon Pastore, offrendo la sua vita per il gregge.Se vivremo con questo spirito il nuovo anno liturgico, il nostro sarà un cammino in avanti da fare insieme, responsabilmente, con i ragazzi che si aprono alla vita cristiana con i sacramenti dell’iniziazione, con i fidanzati che si preparano al matrimonio, con i giovani che vanno incontro ad un mondo nuovo ma rischioso, con i poveri e i bisognosi che da noi devono sentirsi come in casa propria, con gli anziani, i malati e con tutte le fasce di età che formano la Chiesa, la comunità parrocchiale, la società. Lo Spirito Santo dà a tutti i suoi doni, non perché qualcuno possa vantarsene ed agire da solo, senza la presenza degli altri che Dio mette sul suo cammino. I doni dello Spirito Santo servono per costruire, rafforzare, incoraggiare, confortare, perdonare, dare nuova speranza a quanti cadono nel percorso della vita. Con questo spirito possiamo davvero accingerci ai nostri impegni nella comunità cristiana e lodare Dio, dicendo di cuore: «Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla».Benito Chiarabolli