Cultura & Società
Al Teatro Puccini di Firenze arriva Perlasca
Giorgio Perlasca, un uomo semplice e normale, nella Budapest del 1944 si mette al servizio dell’Ambasciata di Spagna. Affronta la morte ogni giorno, si trova faccia a faccia con Adolf Eichmann, si spaccia per Console spagnolo, solo e unicamente perché sceglie di salvare la vita a molte persone.
Alla fine saranno più di 5.200. E non solo ebrei.
Vive nell’ombra per più di 40 anni, non sentendo mai l’esigenza di raccontare la sua storia a nessuno.
Nel 1988 viene rintracciato da una coppia di ebrei ungheresi che gli devono la vita…
Quando i giornalisti gli chiesero le motivazioni delle sue azioni, lui rispose:
Lei cosa avrebbe fatto al mio posto?
Il testo è scritto e interpretato da Alessandro Albertin, diplomato nel 1999 Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano.
Nel monologo appassionato dialoga con alcuni personaggi che hanno affiancato Perlasca nella sua straordinaria avventura a Budapest dell’inverno 1944 -45.
«Davanti a qualcosa di terribile si può reagire in due modi: commentare la cosa, oppure occuparsi della cosa. La prima soluzione è quella più comoda e ci conduce inesorabilmente al tasto mi piace di Facebook. La seconda soluzione è quella più scomoda, richiede coraggio ed eroismo. E umiltà. A commentare siamo capaci tutti. Per occuparsi di un problema e risolverlo, serve la volontà di farlo. Questa è la grande lezione che ci ha lasciato Giorgio Perlasca. E da qui siamo partiti per raccontare al meglio questa storia meravigliosa. Lo facciamo con uno spettacolo semplice, senza fronzoli. Affidandoci alla straordinarietà degli eventi e ad un’interpretazione che mescola tecnica ed emotività, accompagnandoci per mano alla scoperta di un capitolo della nostra storia che è necessario conoscere. In quanto italiani. In quanto uomini».
Cura di Michela Ottolini
Disegno luci Emanuele Lepore