Pisa

Aiutiamo i fratelli d’Abruzzo

di Andrea Bernardini

Con i cani addestrati, tra le macerie dei palazzi dell’Aquila e dintorni distrutti dal terremoto, per salvare vite umane. È l’esperienza vissuta da alcuni volontari della Misericordia di Pisa partiti lunedì mattina verso il capoluogo degli Abruzzi. Un’altra unità, formata da quindici volontari del servizio della Protezione civile della Misericordia si è stabilita con il suo ospedale da campo nel centro cittadino. Mentre scriviamo il dato su morti e feriti del terremoto che ha colpito in particolare la zona dell’Aquila è in continuo aggiornamento. Ingenti i danni: crollate numerose abitazioni, decine di migliaia gli sfollati.Anche la sede diocesana della Caritas e la Curia aquilane hanno subito danni rilevanti.iva partecipazione al dolore delle care popolazioni» colpite dal terremoto in Abruzzo e «fervide preghiere per le vittime, in particolare per i bambini» sono state espresse da Benedetto XVI in un telegramma di cordoglio per le vittime del terremoto che ha colpito alle prime ore di lunedì mattina la città de L’Aquila e l’Abruzzo. Il messaggio è stato inviato dal Papa all’arcivescovo de L’Aquila, monsignor Giuseppe Molinari, tramite il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone. La colletta nazionaleIntanto la Conferenza episcopale italiana ha stanziato 3 milioni di euro per le popolazioni terremotate ed ha indetto «una colletta nazionale, da tenersi in tutte le chiese italiane il 19 aprile 2009, domenica in albis – si legge in una nota della presidenza della Cei -  come segno di solidarietà e di partecipazione di tutti i credenti ai bisogni materiali della gente abruzzese». L’impegno della Caritas Nell’esprimere piena solidarietà alle persone colpite, e nell’assicurare la preghiera per le vittime e le loro famiglie, la Caritas Italiana si è prontamente attivata per coordinare gli sforzi delle Caritas che hanno già offerto disponibilità ad intervenire da tutta Italia e anche dall’estero.Caritas Italiana, in stretto contatto anche con il delegato regionale, con i direttori delle Caritas diocesane di Abruzzo-Molise e con i vescovi locali, cerca di farsi prossima con la preghiera e con il sostegno materiale, valutando in questa prima fase le esigenze che emergono nelle comunità e nei luoghi provati dal sisma, per poter attivare interventi adeguati.Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte tramite c/c postale n° 11989563 intestato a Caritas diocesana di Pisa, piazza Arcivescovado 18 56126 Pisa o tramite Banca Monte dei Paschi di Siena intestato a arcidiocesi di Pisa – Caritas diocesana codice Iban It 86 L 01030 14010 000000390954  specificando nella causale del versamento «Terremoto Abruzzo». Il versamento potrà essere effettuato direttamente in Caritas anche il martedì, il mercoledì, il giovedì ed il venerdì dalle ore 10 alle ore 12. MisericordieL’ufficio gestione emergenze della confederazione nazionale delle Misericordie preannuncia: quella che stiamo vivendo sarà un’emergenza duratura nel tempo. Ben 29 delle 33 Misericordie della provincia hanno dato la loro disponibilità per dare il cambio ai confratelli. Vigili del FuocoDa Pisa sono partiti 33 vigili del Fuoco. I più si trovano adesso nel campo base di Monticchio: impegnati con le termocamere tra le macerie delle abitazioni distrutte e nel «censire» gli edifici non più agibili.Un gruppo (cfr box a fianco) coordinato dall’ispettore Paolo Gavina, è all’opera intorno alla ormai tristemente nota Casa dello studente a L’Aquila. A  L’Aquila anche l’UnitalsiA fianco dei disabili, degli ammalati, degli anziani, di tutti coloro che in questo momento hanno necessità di un conforto spirituale oltre che materiale. Sono partiti mercoledì mattina da Pisa e da Pietrasanta due mezzi dell’Unitalsi, che subito si sono messi a disposizione della Protezione Civile. Riccardo Loni, presidente della sottosezione pisana dell’Unitalsi e coordinatore del contingente toscano dell’associazione: «Agli unitalsiani è chiesto di presidiare le strutture ricettive del litorale – dove alloggiano migliaia di aquilani – e le tendopoli». Davide Rossi (Misericordia): «La gente brancola in strada»L’AQUILA – È una delle più suggestive basiliche degli Abruzzi, conosciuta in tutto il mondo: Santa Maria in Collemaggio fu fondata nel 1287 per volere di Pietro da Morrone, incoronato papa Celestino V nel 1294. Colpita a morte dal terremoto. La facciata sembra intatta, nascosta da una ragnatela di tubi perché era in restauro: forse quella robusta imbracatura l’ha salvata. Ma dentro, il disastro: la volta è venuta giù per metà, trascinandosi dietro l’intera abside; nulla si è salvato dell’altare maggiore e dei due altari laterali. E però il mausoleo dove si conserva il corpo di San Celestino (già sopravvissuto al terribile terremoto del 1703) è fortunatamente salvo. Fuori dalla chiesa, un’immensa area verde: fino a ieri vi vedevi bambini scorrazzare  con la palla. Oggi quel prato è divenuto il terreno ideale per una tendopoli. È qui che prestano servizio i volontari della Misericordia di Pisa. Due medici, sei infermieri, due soccorritori specializzati, sei volontari del logistico hanno allestito un ospedale da campo, messo a disposizione del piccolo villaggio dove trovano spazio oltre ottanta tende e quasi mille aquilani. Davide Rossi è responsabile dell’unità operativa della protezione civile della Misericordia di Pisa: «La gente è sconvolta, la vedi brancolare in strada senza avere una mèta cui dirigersi. Lavoriamo a ritmo continuo». Una curiosità: i confratelli della nostra Misericordia lavorano gomito a gomito con i volontari della Croce Rossa di Pisa, che gestiscono invece la cucina da campo. A trecento metri da piazza Collemaggio, in via XX Settembre, i vigili del Fuoco di Pisa, specializzati nella ricerca sotto le macerie, insieme ad altri colleghi toscani e bergamaschi, stanno facendosi spazio con i loro cani tra il cemento della palazzina dove aveva sede la Casa dello Studente: anche gli ultimi quattro ospiti rimasti sepolti sono morti. Altri quattro cani lupo e un beagle portati da volontari della Misericordia pisana sono all’opera per capire se, sotto le macerie, ci sono ancora delle persone. Martedì visita ai paesi di Onna e Paganica: nessuno è stato trovato, la zona è stata bonificata. Meglio così.Andrea Bernardini