Toscana
Agriturismo a gonfie vele
Dati a disposizione non se ne hanno, ma il boom dello scorso anno commenta Paola Saviotti, segretaria regionale di Terranostra, l’associazione delle aziende agrituristiche nata in seno a Coldiretti è confermato anche quest’anno. «È andata bene continua a Grosseto e nelle province della costa, meno bene, nel fiorentino». Soggiorni brevi, di due o tre giorni, per fare il pieno di emozioni, rumori, odori e sapori tipici della campagna, prima di tornare in città.
Massimo Camillieri, presidente regionale di Terranostra, ha scelto di tentare l’avventura dell’agriturismo in quel di Pontedera, una città che è cresciuta all’ombra dell’industria meccanica. Alleva chianine, produce vino, olio, ortaggi e, nel contempo, offre ospitalità. «Le nostre strutture commenta si confermano mèta ambìta soprattutto per italiani del nord, che, affascinati dalla terra toscana, finiscono nei nostri agriturismi per poterla gustare fino in fondo».
Secondo una indagine della Coldiretti nazionale, i frequentatori più abituali di questo periodo sono soprattutto giovani con età compresa tra i 18 e i 35 anni (55%), laureati (30%), con un lavoro d’ufficio (50%). Si sceglie l’agriturismo precisa la Coldiretti per la qualità ambientale ed enogastronomica (75%) che consente la visita di territori poco conosciuti e meno turistici e il consumo di piatti tipici e cibi genuini che nell’80% dei casi è possibile anche acquistare.
Alessandra Lucci, presidente di Coldiretti regionale, ha un agriturismo nel comune di Scandicci, a sud ovest di Firenze: otto ettari di terreno, vigneti, oliveti, frutta e verdura prodotta con metodi biologici e due appartamenti per gli ospiti. «Gli agriturismi dice Alessandra Lucci si pongono in continuità con il clima di fraternità vissuto in casa in occasione del Natale. Offrono spazi di dialogo, di scambio. Avvicinano il cittadinoconsumatore alla natura, ai suoi prodotti e alle sue tecniche di lavorazione. Agriturismi, dunque, amici dell’ospite». Come giudica l’inserimento della voce «agriturismo» nel paniere dei prodotti scelti dall’Istat per il calcolo dell’inflazione? «È il segno risponde dei tempi. Fino a qualche anno fa l’agriturismo era un’attività considerata marginale. Adesso torna alla ribalta. E fa tendenza. Non lo trova interessante?».
Sono circa 2300 le aziende agrituristiche presenti in Toscana, in sensibile aumento negli ultimi anni. C’è un pericolo overdose? Risponde Massimo Camillieri: «Il crescente numero di imprese che si dedicano all’agriturismo risponde ad una crescente domanda di frequentatori. Qualcuno muove il sospetto che in tanti si dedichino a questa attività perché fonte di businness. Noi riteniamo, invece, che l’integrazione al reddito prodotto dall’attività turistica, in molti casi, garantisce all’azienda produttrice di beni e servizi la sua permanenza nel territorio».
Abbattute le barriere geografiche e superati i problemi linguistici, www.campagnamicatoscana.it conta di poter abbattere anche i «limiti» provinciali e aziendali. «L’idea è di realizzare itinerari e percorsi a tema mettendo in rete le strutture. Questo significa andare oltre i confini comunali e provinciali e proporre, finalmente, visite guidate alla scoperta dell’arte, dell’enogastronomia, del folklore, delle lavorazioni agricole e di quant’altro Un’occasione preziosa per la miriade di aziende, a volte piccole e piccolissime, che caratterizzano il nostro territorio e che, in questo modo, potrebbero lavorare davvero tutto l’anno, ammortizzando gli investimenti, spesso gravosi, sostenuti per recuperare antichi casolari e annessi agricoli fuori uso».