Toscana

Agriturismo a gonfie vele

di Andrea BernardiniGli italiani hanno scelto gli agriturismi per vivere in continuità con il clima familiare del Natale, allontanarsi dai ritmi frenetici della città, riappacificarsi con il creato, sollecitare i propri sensi: la vista di colline, valli, boschi, il gusto della cucina locale, l’udito dei mille richiami della natura, il tatto di attrezzi ormai lontani dall’alfabeto culturale di chi vive nell’urbe.Anche in Toscana – una delle regioni più ricche di strutture di questo tipo – gli agriturismi hanno segnato il tutto esaurito per gli ultimi giorni dell’anno 2002 – in particolare per San Silvestro – e i primi del 2003.

Dati a disposizione non se ne hanno, ma il boom dello scorso anno – commenta Paola Saviotti, segretaria regionale di Terranostra, l’associazione delle aziende agrituristiche nata in seno a Coldiretti – è confermato anche quest’anno. «È andata bene – continua – a Grosseto e nelle province della costa, meno bene, nel fiorentino». Soggiorni brevi, di due o tre giorni, per fare il pieno di emozioni, rumori, odori e sapori tipici della campagna, prima di tornare in città.

Massimo Camillieri, presidente regionale di Terranostra, ha scelto di tentare l’avventura dell’agriturismo in quel di Pontedera, una città che è cresciuta all’ombra dell’industria meccanica. Alleva chianine, produce vino, olio, ortaggi e, nel contempo, offre ospitalità. «Le nostre strutture – commenta – si confermano mèta ambìta soprattutto per italiani del nord, che, affascinati dalla terra toscana, finiscono nei nostri agriturismi per poterla gustare fino in fondo».

Secondo una indagine della Coldiretti nazionale, i frequentatori più abituali di questo periodo sono soprattutto giovani con età compresa tra i 18 e i 35 anni (55%), laureati (30%), con un lavoro d’ufficio (50%). Si sceglie l’agriturismo – precisa la Coldiretti – per la qualità ambientale ed enogastronomica (75%) che consente la visita di territori poco conosciuti e meno turistici e il consumo di piatti tipici e cibi genuini che nell’80% dei casi è possibile anche acquistare.

Alessandra Lucci, presidente di Coldiretti regionale, ha un agriturismo nel comune di Scandicci, a sud ovest di Firenze: otto ettari di terreno, vigneti, oliveti, frutta e verdura prodotta con metodi biologici e due appartamenti per gli ospiti. «Gli agriturismi – dice Alessandra Lucci – si pongono in continuità con il clima di fraternità vissuto in casa in occasione del Natale. Offrono spazi di dialogo, di scambio. Avvicinano il cittadino–consumatore alla natura, ai suoi prodotti e alle sue tecniche di lavorazione. Agriturismi, dunque, amici dell’ospite». Come giudica l’inserimento della voce «agriturismo» nel paniere dei prodotti scelti dall’Istat per il calcolo dell’inflazione? «È il segno – risponde – dei tempi. Fino a qualche anno fa l’agriturismo era un’attività considerata marginale. Adesso torna alla ribalta. E fa tendenza. Non lo trova interessante?».

Sono circa 2300 le aziende agrituristiche presenti in Toscana, in sensibile aumento negli ultimi anni. C’è un pericolo overdose? Risponde Massimo Camillieri: «Il crescente numero di imprese che si dedicano all’agriturismo risponde ad una crescente domanda di frequentatori. Qualcuno muove il sospetto che in tanti si dedichino a questa attività perché fonte di businness. Noi riteniamo, invece, che l’integrazione al reddito prodotto dall’attività turistica, in molti casi, garantisce all’azienda produttrice di beni e servizi la sua permanenza nel territorio».

È nato il «portale» amico dell’ospiteCon l’attivazione di un grande portale, Coldiretti vuole dare risposte precise all’ospite alle prese con un offerta troppo frammentata e confusa, che lancia molti messaggi, spesso contradditori e di difficile lettura, tanto da lasciare disorientato l’utente, anche quando questo è un «navigatore» esperto ed attrezzato. Il problema poi si moltiplica per le regioni e i territori come la Toscana, appetibili e stuzzicanti, tanto da far sorgere un rivolo infinito di proposte web, fra cui è faticoso muoversi e districarsi. Morale? «Sempre più spesso il “visitatore” fugge per rifugiarsi nei mezzi di prenotazione tradizionale: a cominciare dalle guide, che restano, con il passaparola, gli strumenti più utilizzati per prenotare una vacanza in agriturismo, almeno nella nostra regione». È questo il parere di Massimo Camillieri, presidente di Terranostra Toscana che spiega così la nascita del portale www.campagnamicatoscana.it.Da un lato le necessità dell’ospite, dall’altro quelle dell’imprenditore: la «cyber svolta» sembra insomma una manovra obbligata sia per chi ama trascorrere le vacanze in campagna, sia per chi in campagna vive e lavora.«La comunicazione via internet – spiega infatti il presidente di Terranostra – risolvere un enorme problema, ancora molto diffuso tra gli imprenditori agrituristici della Toscana: la scarsa dimestichezza con le lingue straniere, un limite notevole per chi deve intercettare i clienti, soprattutto se si considera che la stragrande maggioranza degli ospiti viene da oltre confine. Il web, infatti, è poliglotta. E, nel nostro caso, è anche multivaluta, perché consente pagamenti on line con tutte le monete».

Abbattute le barriere geografiche e superati i problemi linguistici, www.campagnamicatoscana.it conta di poter abbattere anche i «limiti» provinciali e aziendali. «L’idea è di realizzare itinerari e percorsi a tema mettendo “in rete” le strutture. Questo significa andare oltre i confini comunali e provinciali e proporre, finalmente, visite guidate alla scoperta dell’arte, dell’enogastronomia, del folklore, delle lavorazioni agricole e di quant’altro… Un’occasione preziosa per la miriade di aziende, a volte piccole e piccolissime, che caratterizzano il nostro territorio e che, in questo modo, potrebbero lavorare davvero tutto l’anno, ammortizzando gli investimenti, spesso gravosi, sostenuti per recuperare antichi casolari e annessi agricoli fuori uso».