Toscana

AGRICOLTURA TOSCANA, RAPPORTO 2005: PRODUZIONE IN CALO MA CRESCE L’EXPORT

Riequilibrio. E’ questo il termine che sintetizza il 2005 dell’agricoltura toscana, secondo l’VIII rapporto sull’economia rurale presentato oggi a Firenze da Regione, Arsia e Irpet. Dopo l’exploit del 2004, un anno eccezionalmente favorevole dal punto di vista meteorologico, l’anno passato ha registrato infatti risultati in gran parte di segno negativo (-6% della produzione vendibile, -6,8 di valore aggiunto). “Il 2005 è stato un anno difficile per tutta l’economia toscana e anche l’agricoltura non è sfuggita alla tendenza complessiva – commenta l’assessore regionale all’agricoltura Susanna Cenni – Certamente però i numeri rispecchiano anche la tendenza a una compensazione rispetto al balzo in avanti del 2004: tant’è che il valore della produzione 2005 risulta comunque superiore alla media degli ultimi anni. In ogni caso, è chiara la missione che ora ci attende: la Toscana rurale in questo 2006 deve accendere i motori e prepararsi a un pieno rilancio”.

“I dati che emergono dal Rapporto – sottolinea l’amministratrice dell’Arsia Maria Grazia Mammuccini – confermano una fase di grande cambiamento per l’agricoltura toscana, dovuta principalmente all’impatto della nuova Pac, oltre che al quadro economico generale dovuto all’andamento dei consumi. Il rapporto si conferma quindi uno strumento sempre più importante, sia perché è in grado di offrire una analisi di impatto a supporto della programmazione regionale, in particolare alla vigilia del prossimo Piano di sviluppo rurale, sia come monitoraggio e raccolta ragionata di dati, ma anche, infine, come chiave di lettura innovativa legata alla multifunzionalità”.

I dati del Rapporto L’analisi dei numeri mostra come la tendenza al ribasso nelle produzioni sia generalizzata con punte notevoli specie per le coltivazioni erbacee, in primis i cereali (-46%), in questo caso a causa dell’impatto spesso traumatico per i produttori della riforma agricola comunitaria. In calo netto anche le produzioni di olio e di vino e i prodotti zootecnici, con in controtendenza solo poche voci: quella della frutta (+10), di patate e ortaggi e del miele. Il contraccolpo del 2005 rispetto al 2004 ha un effetto anche sull’occupazione che si riduce dell’1,4 per cento.

Complessivamente, però, anche questa annata non brillante, non intacca la forza e la spinta complessiva del settore né tantomeno il suo appeal su scala mondiale: tant’è che pure nel 2005 l’export dei prodotti agroalimentari tira (+1,2), e aumentano le vendite oltrefrontiera sia di olio (+7,7) che di vino (1,6). Il feeling degli stranieri con i il nostro mondo rurale è indirettamente dimostrato anche dalla crescita di presenze negli agriturismi (+17,7 per cento), una crescita trainata dalla componente straniera (+20 per cento).

Altro segnale della solidità del settore e della sua vitalità ci è dato dalla propensione agli investimenti: sia attraverso il credito agrario (nel 2005 le operazioni sono aumentate del 26,9 per cento), sia con le possibilità offerte dal piano di sviluppo rurale (nel 2005 ne sono stati utilizzati 111 milioni). Aumentano anche i casi di diversificazione delle funzioni e delle colture: basti pensare alle 100 aziende che nel 2005 hanno deciso di utilizzare energia termica proveniente da biomasse. (cs-mo)