Toscana
Agricoltura, boom richieste dai giovani: giunta alza risorse a 100 milioni, 13 per banda larga
In risposta al bando, chiuso il 16 novembre scorso, intitolato “Aiuto all’avviamento di imprese per giovani agricoltori – Pacchetto Giovani – 2015”, che fa parte anche del progetto Giovanisì, finalizzato a favorire il ricambio generazionale e destinato a giovani tra i 18 e 40 anni, sono arrivate ben 1761 domande (2014 i giovani complessivamente interessati), a fronte di uno stanziamento iniziale di 40 milioni di euro.
Tre anni fa, quando la Regione aveva emanato un altro bando destinato ai giovani agricoltori, le domande arrivate erano state 634, e già quel numero era stato giudicato “straordinario”.
A fronte del vero e proprio boom di domande di questa edizione la giunta regionale ha deciso pertanto nella sua ultima seduta di alzare quanto più possibile il plafond a disposizione, portandolo a 100 milioni, in modo da accogliere 686 domande, un numero superiore al doppio rispetto a quelle che sarebbe stato possibile finanziare con la dotazione iniziale (40 milioni).
Con la stessa delibera con la quale la giunta regionale ha alzato a 100 milioni il plafond per il “pacchetto Giovani” in agricoltura sono stati destinati inoltre 13 milioni di euro, sempre a valere sul Programma di Sviluppo rurale 2014-2020, per la diffusione, l’installazione, il miglioramento e l’espansione di infrastrutture a banda larga nelle zone rurali.
Finanziate 686 domande. Le nuove aziende porteranno in 3 anni oltre 8 mila nuovi occupati
I giovani toscani vogliono prima di tutto investire e ammodernare le aziende, quelle che in passato erano state magari dei genitori o dei nonni. In molti ampliano anche l’azienda di famiglia, prendendo in affitto terreni vicini, che spesso erano stati abbandonati.
Secondo l’Irpet le 686 domande che verranno finanziate genereranno investimenti per 136,5 milioni. Il Pil aggiuntivo per la Toscana sarà di circa 75 milioni di euro, le unità di lavoro attivate inizialmente circa 1050 (circa 2500 con l’indotto) e il reddito disponibile distribuito alle famiglie e spendibile in consumi sarà di circa 25 milioni.
In un triennio l’impatto positivo sul PIL stimato da Irpet sarà di circa 187 milioni di euro e le unità di lavoro attivate saranno 8253.