Prato

Aggressione razzista, lo sdegno della città

Dalle urla «Vai via dall’Italia», in breve sono passati alle mani. Erano quattro skinheads, tre ragazzi e una ragazza si sono scagliati contro uno, un bengalese 31enne venditore di rose nei ristoranti. L’hanno colpito ripetutamente: ne avrà per sette giorni. È accaduto domenica sera, intorno a mezzanotte, in pieno centro, a Prato, in via Santo Stefano. «Eravamo all’Aroma Divino – racconta un testimone – ed è venuto il bengalese a vendere rose. Fatto il suo giro è andato nel pub accanto, il Lochness. Ma dopo pochi minuti è rientrato gridando “mi hanno picchiato, mi hanno picchiato”. Fuori c’erano i quattro, tre teste rasate e la ragazza. Facevano saluti romani, ma quando hanno visto la malaparata sono scappati». I carabinieri li hanno fermati poco lontano: il capo banda è un 21enne pistoiese, già noto naziskin. Per i quattro, due pistoiesi, un fiorentino e un genovese, fra i 18 e i 22 anni, l’accusa è di concorso in violenza privata e lesioni personali aggravate dall’odio razziale.L’episodio ha suscitato reazioni indignate in città. Il sindaco Roberto Cenni ha parlato a caldo di «atti inaccettabili. Non è pensabile – ha aggiunto – che possano verificarsi situazioni del genere. Si tratta di un’azione di estrema gravità, soprattutto per la nostra città che assume sempre di più i contorni di una polveriera». Il giorno successivo ha precisato che intendeva dire che «la polveriera si crea in una città dove un terzo delle persone sono straniere. Prato però è capace di rispondere all’accoglienza. E deve diventare un laboratorio di integrazione». E ancora «Di fronte ad un’aggressione come questa si resta allibiti perché si sa dove si inizia, ma non dove si va a finire. Mi auguro profondamente che si tratti di un caso isolato, ma ritengo al tempo stesso che non si debba sottovalutare la gravità e la pericolosità di un simile precedente».Per l’assessore all’integrazione Giorgio Silli, «L’integrazione non può passare assolutamente attraverso questo genere di episodi. Condanno duramente ogni forma di xenofobia e di odio razziale e desidero esprimere piena solidarietà al venditore di fiori bengalese aggredito dai quattro skinheads venuti da fuori Prato per commettere questo genere di reati nella nostra città». Anche l’assessore alla sicurezza Aldo Milone stigmatizza l’accaduto augurandosi «che la magistratura arrivi presto a una giusta punizione dei responsabili del fatto», ricordando però anche un «episodio di segno contrario avvenuto lunedì quando un tecnico Sori, impegnato nel rilievo fotografico di insegne irregolari in via Cironi, è stato aggredito e minacciato di morte da tre nigeriani, una donna e due uomini. Sono intervenuti i vigili a riportare la calma, ma io chiederò che in determinate situazioni questi tecnici siano accompagnati dai vigili».

(dal numero 38 del 25 ottobre 2009)