Cultura & Società

Agcom, ricavi in calo nell’editoria. Successo per tv liquida, ma tiene quella tradizionale

«Il valore economico del settore dell’editoria quotidiana e periodica registra una ulteriore flessione: 3,6 miliardi di ricavi complessivi, ossia il -5,2%» nel 2017 rispetto all’anno precedente. Lo ha detto il presidente dell’Agcom, Angelo Marcello Cardani, nel corso della presentazione della Relazione annuale alla Camera dei deputati. «Il settore nell’ultimo decennio ha perso all’incirca metà del suo peso economico», continua la relazione. Per Cardani la crisi dell’editoria «e la contestuale ascesa di Internet quale tendenziale mezzo sostitutivo» è un problema che investe «governo e Parlamento» e richiede «una riflessione di ampio respiro».

«Internet cresce come mezzo di informazione, oltre che come veicolo pubblicitario. Tuttavia l’attendibilità percepita delle fonti informative online, come testimonia la nostra ultima ricerca sui consumi di informazione – ha aggiunto -, rimane mediamente inferiore rispetto a quella delle fonti tradizionali». Da Cardani un’altra segnalazione: «Altro elemento interessante consiste nella tendenza degli italiani ad accedere all’informazione online prevalentemente attraverso fonti algoritmiche, in particolare social network e motori di ricerca». Per quanto riguarda la radio, «registra segnali di tenuta e consolidamento delle proprie posizioni tradizionali sia in termini di ricavi complessivi (626 milioni di euro, -0,7%), sia in termini di audience».

Cardani ha anche segnalato come il 2017 sia stato «l’anno della definitiva consacrazione della “televisione liquida”, con una stima di circa 3 milioni di cittadini che guardano abitualmente la tv in streaming e in numero 3/4 volte superiore che scaricano abitualmente contenuti televisivi sui propri device». «La tv tradizionale – sottolinea – manifesta comunque importanti segni di tenuta» sia in termini di risorse sia di ascolti. In prima linea nello streaming vengono indicati Netflix, con 125 milioni di sottoscrittori a livello mondiale, di cui diverse migliaia in Italia dove è presente fin dall’ottobre 2015, e Amazon, che nei primi mesi del 2017 ha fatto il proprio ingresso nell’offerta di contenuti audiovisivi a pagamento con il servizio Amazon Prime Video.