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Africa: Unhcr, includere gli sfollati nei piani di risposta nazionali alle inondazioni
Le inondazioni hanno devastato le comunità, distrutto case e infrastrutture e aumentato i rischi di protezione per i più vulnerabili, colpendo gravemente le popolazioni sfollate che già vivevano in condizioni precarie
Con l’inizio della stagione delle piogge, le gravi inondazioni che hanno colpito Camerun, Ciad, Mali, Niger e Nigeria hanno peggiorato significativamente la situazione di rifugiati e sfollati interni nella regione. L’Unhcr sottolinea l’importanza di includere gli sfollati nei piani di risposta nazionali perché le inondazioni hanno devastato le comunità, distrutto case e infrastrutture e aumentato i rischi di protezione per i più vulnerabili, colpendo gravemente le popolazioni sfollate che già vivevano in condizioni precarie. Molti si rifugiano ora in luoghi sovraffollati e di fortuna, con accesso limitato ai servizi essenziali. Considerando gli effetti del cambiamento climatico, l’aggravarsi dell’insicurezza alimentare e l’aumento del rischio di malattie trasmesse dall’acqua, è fondamentale garantire che i bisogni dei rifugiati e degli sfollati interni non vengano trascurati.
In Nigeria, gravi inondazioni hanno riguardato 29 dei 36 Stati, colpendo oltre 600mila persone. I morti sarebbero almeno 200 e gli sfollati 225mila. L’Unhcr e i suoi partner stanno distribuendo 10mila teloni agli sfollati in condizioni più gravi in alcuni degli Stati più colpiti. Purtroppo, la carenza di fondi rende difficile assistere altre comunità bisognose. Tutte le 23 province del Ciad sono state colpite da inondazioni da luglio. Secondo le autorità ciadiane e i partner, al 25 agosto più di 964mila persone (166mila famiglie) sono state colpite. Finora sono morte 145 persone, oltre 251mila ettari di terreno sono stati sommersi, più di 70mila case sono state distrutte e morti 29mila capi di bestiame. In Camerun, tra l’11 e il 21 agosto, le piogge torrenziali hanno distrutto più di 8.600 case, inondato migliaia di ettari di terreni agricoli, causato la perdita di migliaia di animali. Colpite quasi 19mila famiglie, circa 159mila persone, tra cui quasi 50mila rifugiati. Le autorità locali e i partner umanitari stanno mettendo in atto piani di risposta all’emergenza, ma devono affrontare importanti sfide logistiche, tra cui le difficoltà di accesso e il crescente rischio di epidemie. In Niger, le gravi inondazioni hanno causato distruzioni diffuse. Da luglio oltre 217 persone sono morte e più di 700mila sono state colpite. Le inondazioni hanno devastato le infrastrutture, comprese strade e terreni agricoli, e hanno interrotto l’istruzione di oltre 39mila bambini. L’accesso alle aree in cui sono stanziati i rifugiati è stato compromesso, spingendo l’esercito a valutare percorsi alternativi per i soccorsi. L’Unhcr ha mobilitato risorse per sostenere le persone colpite fornendo 3.000 kit di soccorso essenziali, di cui 317 già distribuiti a Zinder. Ulteriori consegne di aiuti sono state effettuate a Tahoua e altre distribuzioni sono previste per Ouallam e Ayorou.