I militari italiani sono riconosciuti da tutti come uomini buoni, uomini di pace, capaci di ascoltare e di stabilire rapporti, lontani dalla conflittualità, ispirati sempre della bontà interiore e dal desiderio di comprendere e di superare ciò che divide in nome di ciò che unisce. Sono uomini di pace e di dialogo la cui benevolenza d’animo e la cui carità fraterna sono ben note a tutte le popolazioni. Ad affermarlo l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, che, questa mattina, nella cattedrale di San Lorenzo a Genova, ha celebrato una messa in occasione della festa di San Matteo, patrono della Guardia di Finanza. Parlando dei militari caduti ieri in Afganistan, il porporato ha poi affermato che la loro memoria ed il loro ricordo è una circostanza che necessariamente procura mestizia e dolore nei nostri animi ma, nello stesso tempo, deve diventare motivo di ulteriore intensità della nostra preghiera e motivo ulteriore per stringerci gli uni agli altri pensando in particolare ai loro familiari e a tutti gli altri militari che, in Afganistan ed altrove, svolgono il loro servizio per l’ordine e la pace per un migliore futuro di tanti popoli e di tanti Paesi. Il porporato ha poi ricordato i tre anni nei quali ha ricoperto l’incarico di ordinario militare per l’Italia. Ho potuto recarmi laddove i nostri militari ed i cappellani svolgevano la loro missione ha affermato – in zone difficili e che hanno visto anche tributo di sangue ed ho conosciuto il valore della dedizione, della generosità, il senso del dovere, l’attaccamento al proprio dovere ed alla propria missione che caratterizza tutti i militari italiani.Sir