Toscana
Affitti alle stelle e poche case, l’emergenza travolge le famiglie
di Ennio Cicali
Rischia di andare in frantumi l’esistenza serena di 11 mila famiglie toscane, spesso anziani o giovani, costrette a vedersela con gli ufficiali giudiziari che vogliono sfrattarle. Colpa dell’emergenza-casa che sta esplodendo. Negli ultimi anni gli affitti sono aumentati del 62 per cento, da qualche parte sono addirittura raddoppiati. Secondo l’Istat, nel 2006 l’inflazione ha avuto un brusco rialzo per i ceti meno abbienti, colpiti più degli altri dall’aumento dei prezzi, dovuto in buona parte al caro-casa. La casa rappresenta la spesa più importante per ogni famiglia e sempre più spesso è il vero fattore discriminante che spinge verso la povertà. Basta un periodo nero di lavoro, un problema di salute e si finisce in strada. Entro aprile la giunta regionale discuterà lo statuto di edilizia sociale, che potrebbe essere approvato definitivamente entro l’estate.
«Dobbiamo avere una politica che copra tutto l’arco dei bisogni ha detto l’assessore regionale alla casa, Riccardo Conti inclusi gli affitti fortemente sostenuti dalla solidarietà». In un passato, neanche tanto lontano, il problema della casa riguardava principalmente immigrati o emarginati. Oggi ci sono i «nuovi poveri», famiglie normali strappate alla vita di tutti i giorni dalla scadenza di un contratto. Per tutti il nemico numero uno è lo sfratto. Molti speravano nella liberalizzazione del mercato degli affitti: aumentando l’offerta, dicevano, i prezzi scenderanno. Oggi si è costretti a constatare che le aspettative sono andate deluse. Lo riconosce uno studio della Confindustria dove si legge: «La riforma non ha contribuito ad aumentare l’offerta di abitazioni in locazione e non ha avuto alcun effetto di rallentamento sulla dinamica dei canoni. Inoltre, la penuria di abitazioni a basso costo ha acuito il disagio di determinati strati della popolazione».
L’emergenza abitativa è pesante in tutta Italia, ma particolarmente drammatica in Toscana, soprattutto nei maggiori centri urbani, come conferma il numero elevatissimo di sfratti: ben 11 mila nella nostra regione. La denuncia arriva da Cgil, Cisl, Uil, e dai sindacati degli inquilini Sunia, Sicet, Uniat e Unione Inquilini, della Toscana, che hanno sottoscritto un protocollo che denuncia l’esistenza di un profondo disagio abitativo e chiedono a Regione e comuni un patto per una nuova politica dell’abitazione in Toscana. I toscani che vivono in affitto sono una minoranza (meno del 20% a fronte di un 80% di case di proprietà), ma interessa una fetta di popolazione assai cospicua: oltre 234 mila persone, che si scontrano con affitti di mercato troppo alti e con un numero troppo basso di abitazioni a canone sociale. «Dalla metà degli anni ’90 non esiste una costante fonte di finanziamento proveniente dalla fiscalità generale per rispondere alla crescente domanda di interventi pubblici finalizzati alla realizzazione di nuovi alloggi di edilizia sociale», denunciano i firmatari. «Gli ultimi investimenti di ERP sono realizzati con le giacenze ex-Gescal, ma si tratta di un lago senza più immissari». In Toscana sono attivi programmi di edilizia pubblica per 15.605 nuovi alloggi con un investimento di 470 milioni di euro (7780 in ultimazione nel 2006, 3.260 nel 2007, 4565 nel 2008): «numeri assolutamente insufficienti».
«La bozza di documento programmatico predisposta dalla giunta regionale e dall’Anci scrivono i sindacati contiene preoccupanti elementi di prospettiva che inducono a ritenere che l’edilizia residenziale pubblica sia un settore del welfare abitativo residuale». Il mercato del lavoro è cambiato e chiede più mobilità, ed è cambiata la struttura della famiglia, ma la rigidità del mercato della casa obbliga molti giovani a restare in famiglia. Il blocco degli sfratti è insufficiente, perché risponde ad un’emergenza ma, alla lunga, produce un effetto paradossale: che spinge a non affittare anche chi ha una casa vuota. Il documento dei sindacati indica cinque le linee programmatiche su cui intervenire: interventi straordinari di edilizia sovvenzionata e agevolata per rispondere all’emergenza sfratti; realizzazioni ed investimenti certi per l’edilizia residenziale pubblica; quote di edilizia residenziale pubblica nei programmi di trasformazione urbana; nuove fondi di finanziamento del settore e armonizzazione della normativa regionale e statale sull’ERP, con semplificazione delle procedure di trasferimento fondi tra Regione e LODE; riforma della legge regionale 96 del 1996.